Anche se non ci sono pance di manifestanti calpestate, una polizia che applaude per cinque lunghi minuti tre pregiudicati, condannati per omicidio, ma regolarmente in servizio è un grave problema di ordine pubblico. Di buono c’è che sono senza casco e perciò non occorre indagare e cercare nomi. I poliziotti presenti sono tutti perfettamente riconoscibili e pare davvero difficile continuare a chiamarli “tutori dell’ordine”.
Che farà ora Pansa, il capo della polizia che ci costa fior di quattrini? Domani li convocherà nel suo ufficio, farà l’appello e li chiamerà cretini uno a uno? Pensa davvero che un Paese civile possa permettersi un corpo di polizia composto da “cretini”? Renzi, Alfano, Napolitano e compagni pensano davvero di poter tirare ancora la corda, e risolvere i problemi dei lavoratori, disoccupati, precari, pensionati, giovani ai quali il malgoverno e la corruzione hanno rubato il futuro, ignorando le sentenze della Corte Costituzionale, imponendo governi che tradiscono il mandato popolare e l’esito delle elezioni? Davvero pensano di poter affrontare i gravissimi problemi del Paese mettendo in piazza bande di “cretini” armati, che pretendono di poterci impunemente ammazzare?
Se è così, sbagliano e sarà meglio dirlo chiaro: la resistenza all’oppressione è un diritto riconosciuto ai popoli sin dai tempi della rivoluzione francese e, in quanto alla polizia, se è vero che “la garanzia dei diritti dell’uomo e del cittadino ha bisogno di una forza pubblica”, è altrettanto vero che “questa forza è istituita per il vantaggio di tutti e non per l’utilità particolare di coloro ai quali essa è affidata”.
Non è un’affermazione bolscevica, ma un principio della “Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino” e, di conseguenza, una trave portante del pensiero politico borghese: “Quando il governo viola i diritti del popolo, l’insurrezione è per il popolo e per ogni frazione del popolo, il più sacro e il più imprescindibile dovere”.
Siamo ora nei tempi della dittatura del Capitale (internazionale, europea e nazionale). Questi sono stati progressivamente costruiti a partire dalla fine degli anni ’70 del secolo scorso: anticomunismo, razzismo e fascismo esplicito sono stati la malattia inoculata a livello popolare, grazie al controllo soprattutto dei mezzi di comunicazione di massa e all’uso delle forze dell’ordine – attuato purtroppo in questo paese secondo la precedente tradizione autoritaria, dopo l’epurazione del secondo dopoguerra – a garanzia di un potere “reale” – non quello “rappresentato”, vigente nel Parlamento – che si era subito ricostituito dopo il secondo conflitto ad immagine e somiglianza del precedente, fascista.
La dittatura usa strumenti dittatoriali: è inevitabile, per la sua stessa logica interna. Adopera il consenso, finto e costruito artificialmente in modo continuo ed ossessivo, e quando necessita la forza – la “violenza” è così del nemico dello Stato – imponendo così una Costituzione prima materiale (nelle piazze) e poi formale (con le “riforme” istituzionali) di tipo neo-assolutistico. Dove persona che comanda, organo esecutivo e strumenti di controllo (e/o di repressione: immediata nelle piazze o mediata nei tribunali) hanno come oggetto e scopo la semplice eliminazione della diversità, del dissenso, della critica e dell’opposizione, come fonti dell’atto rivoluzionario, teso a ripristinare una effettiva repubblica democratica di liberi ed eguali. In questo modo mentre un esecutivo neo-assolutistico annienta la rappresentatività parlamentare (vedi anche la ricostituzione di un Senato di tradizione albertina), l’azione giudiziaria viene avviata sempre contro chi chiede il ripristino dei diritti violati (vedi No Tav).
Allora volontà, necessità e legge assorbono e riempiono completamente l’organo unitario ed autoritario (con “testa”, “braccia” e “gambe”) che si è venuto costituendo, ripetendo modalità, organizzazioni e scopi già visti ai tempi hitleriani. L’Ucraina – in questo senso – diventa l’emblema della ripresa conclusiva dello spirito imperialista e nazi-fascista del Capitale, teso allo scontro finale ed imminente contro Russia, Cina ed America Latina. Una guerra che è già iniziata in tutti i luoghi di questa immensa scacchiera …
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