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Archive for gennaio 2022


Mattarella, membro della Consulta, dichiarò incostituzionale la legge elettorale firmata Calderoli; votato poi dai parlamentari eletti con quelle legge, accettò di diventare Presidente della Repubblica. Terminato il mandato, ha sbandierato ai quattro venti che la rielezione non sarebbe stata costituzionalmente corretta. Ieri però è tornato al Quirinale.
Si può ritenerlo davvero garante della Costituzione?  

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La pandemia moltiplica i lutti. Il governo, in stato confusionale, prende provvedimenti inutili, che domani sostituirà con nuove e più inutili decisioni. I morti si contano a migliaia e poiché comincia a mancare il “capitale umano” (così i sacerdoti del neoliberismo definiscono i lavoratori), si riduce la durata della quarantena.
Com’era facile prevedere, i virus, ben pasciuti e sazi, si leccano i baffi e l’economia rischia di finire a gambe all’aria, benché il governo dei “migliori incapaci” si ostini a difenderla ben più della salute.
Si lasciano a casa senza stipendio i pochi docenti non vaccinati e a quelli vaccinati si riservano le solite classi pollaio e scuole mai messe in condizione di evitare i contagi. I trasporti sono carri bestiame, i supermercati fanno quel che gli pare, l’ambiente è sempre più sottomesso al delirio di sua santità il mercato.
Occorrerebbe processare i servi del capitale finanziario che ci governano e i direttori dell’informazione scritta e televisiva, che si sono ridotti al ruolo di zerbini. Di questo però non si parla e mentre la democrazia moribonda è in sala di rianimazione, la guerra dissennata contro il pianeta, scatenata dai sacerdoti del profitto, promette di trasformarci tutti in dinosauri.

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Il Covid è nemico della democrazia? Ha un pensiero politico? Certamente no, ma i dati dimostrano che il dilagare del virus ha messo in evidenza e aggravato le differenze di classe, le disparità e le ingiustizie sociali che affliggono le comunità umane presenti sul pianeta. Questo accade per colpa dei Novax o la pandemia è diventata la cartina di tornasole da cui emerge la barbarie del cosiddetto “primo mondo”?
E’ vero, mancano ancora studi approfonditi che ci consentano di “leggere” la realtà in cui viviamo, ma c’è un dato storico accertato: le pandemie hanno sempre colpito in modo diseguale i gruppi sociali e la mortalità della popolazione nei Paesi poveri è sempre stata decine di volte più alta di quella registrata nei Paesi ricchi.
Poiché i settori popolari hanno sempre registrato più morti, è evidente che fattori geografici e sociodemografici  pesano sul dato globale della mortalità. Di fatto, i virus non hanno mai ucciso per ragioni solo biologiche e mediche. La mortalità è legata anche alla storia e alla realtà sociale dei singoli Paesi e in ogni pandemia la popolazione mondiale che viveva in una situazione di povertà è risultata di gran lunga la più esposta.
Il Covid 19 sta confermando chiaramente questo dato. Il virus, infatti, trova il suo principale alleato nella condizione di povertà in cui versa la grande maggioranza della popolazione mondiale e peggiora la qualità della vita delle classi subalterne su un pianeta già malato di disuguaglianza.
Così stando le cose, le radici della pandemia vanno ricercate evidentemente nella crisi ecologica e sociale causata dal modello di vita imposto dal capitalismo neoliberista: una crescita micidiale dei viaggi aerei, funzionale a un turismo assassino che, inserito nei meccanismi feroci del “consumo”, produce allo stesso tempo profitti e inquinamento, una urbanizzazione insostenibile, un criminale utilizzo del suolo, la deforestazione, l’assassinio della biodiversità e il sovraffollamento, che agevola la trasmissione di malattie tra specie animali.
Dietro la pandemia, quindi, c’è il dogma neoliberista del mercato, fondato sull’accumulazione, la crescita e il profitto, un dogma che ignora il valore della solidarietà, causa disuguaglianze intollerabili e oltrepassa incessantemente i limiti biologi e fisici del pianeta.
Possiamo anche continuare ad abboccare all’amo della disinformazione e attaccare i Novax. Sta di fato, però, che la sfida della sopravvivenza non passa solo per la sconfitta del Covid, ma può esser vinta solo con la morte del capitalismo.

Agoravox, 14 gennaio 2022

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No, non si tratta, come suggerirà un fondato sospetto, di sfacciataggine, soldi o vanità. E’ che sono certo: il regalo è buono: i libri fanno compagnia e questo è un bel libro.
Non ci credete? Ecco alcune piccole prove.

«Ho molto apprezzato la vena narrativa di colui che ero abituato a considerare solo uno storico acuto e critico ed un verace ‘compagno’ di battaglie, sempre impegnato a smentire, qui e ora e con i fatti e le scelte di campo, le narrazioni socio-politiche che la storia ufficiale ha sempre cercato di ammannirci.
Un libro che ci fa scoprire quanto – come diceva qualcuno – ‘la storia siamo noi’, soprattutto quando smettiamo di farcela raccontare dagli altri e cominciamo a prenderne davvero coscienza. Un saggio narrativo ed una narrazione ‘saggia’ di chi il vero senso della vita, e quindi della storia, ha imparato a scoprirlo rigettando luoghi comuni ed ipocrisie e realizzando, per citare Gandhi, i propri coraggiosi “esperimenti con la verità”».

«Caro Professore,
ho letto il suo ultimo lavoro.
“Su un muro va in scena la vita…”
Le pagine del suo libro raccontano la storia del nostro Paese: l’antifascismo, le emigrazioni, le lotte sindacali, la povertà, i cattivi maestri, la cecità borghese…
Lo rileggerò per godere ancora della bellezza della sua scrittura e conservare memoria, come il muro, dei personaggi di cui ha narrato.
La saluto con stima e le auguro un sereno e gioioso anno».

«Carissimo Geppino,
ho letto il tuo libro Parole d’uomini e sassi: davvero bello. Al capitolo I Censi il cuore batteva, per motivi facili da intuire. Sono rimasta folgorata da Come si guarda un ladro…».

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La speranza va difesa e il 2021 è terminato con una notizia che fa ben sperare: l’associazione dei consumatori ha attaccato con decisione l’uomo che i leccapiedi ci presentarono come un padreterno, capace di camminare sulle acque e di moltiplicare i pani e i pesci. Il Codacons non mi piace, ma quando ritengo che abbia ragione non lo nego. Se nella conferenza stampa dello scorso 22 dicembre Draghi, in occasione dell’incontro di fine anno con i giornalisti, ha raccontato frottole, dichiarando che «dei decessi, tre quarti non sono vaccinati», che faccio, contesto l’associazione che lo contesta solo perché considero il Codacons parte del sistema?
E’ forse un caso se, tranne “il Tempo”, che l’ha riportato, il comunicato dell’associazione è passato sotto silenzio? Certamente no. Eppure non è un comunicato da ignorare; l’associazione minaccia, infatti, di denunciare Draghi, qualora non rettifichi ufficialmente le false notizie malaccortamente diffuse. «Sono numeri smentiti dagli ultimi dati disponibili pubblicati dall’Istituto superiore di sanità (ISS)», scrive il Codacons. Secondo quei dati, infatti,

«dal 22 ottobre al 21 novembre i morti per COVID-19 in Italia sono stati 1.755: tra loro 722 non erano vaccinati, mentre 1.033 avevano ricevuto almeno la prima dose del vaccino. Il 58,9% dei morti, quindi, aveva ricevuto almeno una dose e il 41,1% non era vaccinato. Esattamente l’opposto di quanto affermato da Draghi».

Un premier, osserva il Codacons,

«sui dati, specie se così delicati perché relativi ad una emergenza sanitaria in atto, deve sempre mantenere una serietà assoluta, per evitare di provocare paure e sofferenze inutili specie durante le festività». Se Draghi non rettificherà le informazioni evidentemente false fornite ai cittadini, minaccia la nota dell’associazione, «sarà inevitabile una denuncia in Procura per procurato allarme».

Contemporaneamente all’iniziativa del Codacons, l’infettivologo Bassetti ha finalmente ammesso ciò che tutti sappiamo da tempo: «abbiamo annoverato tra i morti di Covid anche coloro che morivano di infarto». Alle domande senza risposta suscitate dalle rivelazioni del Codacons, Bassetti aggiunge così nuovi legittimi dubbi su ciò che sta accadendo realmente, sugli interessi che si celano dietro le scelte politiche sulla pandemia, sul balletto osceno del green pass che aggredisce diritti inviolabili, senza avere alla spalle lo straccio di una legge.
Quando si tratta di casi di coscienza, non si può tacere e intrupparsi, nemmeno se si è malandati e stanchi e si vorrebbero evitare polemiche. Rifiuto le verità di fede, credo nel pluralismo e nel diritto di dissentire. Credo che una mano al fascismo dilagante la dia chi, imbavagliando il dissenso, fa causa comune con un governo liberticida. Credo che chiunque tra noi subisca la repressione del governo della Finanza abbia diritto alla nostra incondizionata solidarietà. Pazienza se sul problema marginale della gestione della pandemia, che non intacca i nostri valori, ha un’opinione contraria a quella prevalente. Ne sono così convinto, che non solo difendo pubblicamente e a spada tratta chi è stato colpito, ma ne ho grande stima, mi metto al loro fianco, dichiaro la mia incondizionata solidarietà e spero di condividere il loro isolamento.

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