Voglio dedicare una poesia a chi dopo il mio articolo sull’astensionismo ha esibito l’immenso patrimonio di stupidaggini alla moda sul voto e sul diritto di non votare, che nessuno, meno che mai chi scrive, si permette di negare. A me pare che una scelta giusta in un momento storico possa essere sbagliatin un momento diverso. Nulla di strano se me ne vado coi sandali sulle spiagge dei Caraibi. Se i sandali li metto al Polo Nord, è certo che in quattro e quattr’otto mi taglieranno i piedi congelati. Ognuno è padrone di scegliere di che morte morire, ma per favore, non fate i comunisti se non capite che i piedi di una società non sono i vostri. Se di quello che capita intorno a voi non v’interessa nulla, pazienza, però, signore e signori indifferenti non citate Gramsci a ogni piè sospinto.
Quello che ci divide è la maniera di leggere il presente. C’è chi legge e si ferma alla punta del suo naso e chi prova a capire il presente per decidere cosa fare per il futuro. Se non volete dar retta a me non c’è problema. Io posso solo consigliarvi di leggere la bellissima poesia che segue. Per anni ho pensato fosse di Brecht, il maestro della lode al dubbio e invece è stata scritta – udite!, udite! – dal teologo Emil Gustav Friedrich Martin Niemoeller, pastore protestante e nemico del nazismo. Non si tratta di un poeta famoso come Brecht, ma in questo caso non ha davvero nulla da invidiargli. Non era comunista. Che facciamo, lo mettiamo tra i socialfascisti, come fece Togliatti coi Rosselli? Teniamo presente però un fatto non propriamente marginale: Togliatti morì di morte naturale e i Rosselli invece si fecero assassinare dal fascisti.
Il professor Aragno è un rompiscatole? Sì, però ragiona con la sua testa, non serve padroni, non cerca spazi in congreghe e parrocchie e merita rispetto. Molto più rispetto delle pecorelle rosse e dei pecoroni neri.
Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protestare.
Lascia un commento