Era cominciata così, il 18 novembre al Teatro Italia di Roma, dove avevo detto la mia senza girarci attorno:
Ci sono state poi ottanta assemblee in tutta Italia e domenica siamo tornati a Roma, al Teatro “Ambra Iovinelli”, per la seconda assemblea nazionale di “Potere al popolo“. E’ passato solo un mese ma sembra un anno e stavolta con noi ci sono stati delegati di Podemos e della”France Insoumise” di Jean-Luc-Mélenchon:
Le televisioni tacciono, ma un giornale si è accorto che esistiamo, forse perché un un primo significativo obiettivo l’abbiamo indubbiamente centrato: ci vogliono servi, ma dimenticano che uno schiavo non ha consapevolezza della sua condizione e quindi non fa nulla per emanciparsi. Quando però prende coscienza della sua condizione e lotta per ribellarisi non è più schiavo. Ecco, quindi, il primo grande passo avanti che abbiamo compiuto: siamo donne e uomini liberi!
Come che sia, un dato che va registrato: stiamo rompendo l’accerchiamento e non a caso Alessandro Di Rienzo scrive di noi su “Repubblica”:
Interessante e puntuale è poi la cronaca di Alberto Tarozzi presente sulla pagina politica di Alganews:
Se la curiosità vi spinge a saperne di più, animo, armatevi di pazienza e guardate il filmato dell’intera manifestazione all’Ambra Iovinelli; (dal minuto 11:40 c’è il mio intervento , che tra l’altro ha portato i saluti all’assemblea del Sindaco di Napoli Luigi de Magistris). Dove si arriverà? Nessuno può dirlo, così come appena un anno fa nessuno avrebbe previsto l’esito del referendum .
Ecco il link:
https://www.facebook.com/exopgjesop…
Agoravox, 20-12-2017; Fuoriregistro, 21-12-2017.
L’ha ribloggato su My Blog.
Oggi noi comunisti siamo pochi. Neanche la parte combattiva della classe operaia e delle masse popolari è più conquistata al comunismo, come lo era invece nella prima parte del secolo scorso, all’inizio della prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria, dopo la vittoria della Rivoluzione d’Ottobre in Russia. Noi comunisti italiani dobbiamo far fronte al risultato dell’esaurimento della prima ondata mondiale della rivoluzione socialista e alle specificità con cui è avvenuta nel nostro paese. Non serve a niente lamentarsene, è comunque il punto da cui partiamo. Piccolo drappello di comunisti idealmente e organizzativamente legati tra noi, avanziamo nel marasma di rassegnazione e di disperazione che ci circonda. L’importante è che abbiamo capito cosa e come fare per sviluppare quello che c’è, per elevare a un’attività sociale superiore quelli con cui siamo già in contatto e propagare il fuoco, che ognuno di noi si dia i mezzi per farlo e lo faccia con un legame di idee e organizzativo sempre più stretto tra noi. Faremo montare la lotta di classe come si fa montare la maionese e la porteremo al punto necessario per prendere il potere.
Tratto da (nuovo)Partito comunista italiano