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“LABORATORIO SUD: CRISI DELLA DEMOCRAZIA E COSTRUZIONE DI UN PERCORSO UNITARIO DELLE OPPOSIZIONI”
Sabato 29 Giugno 2024 – Ore 10:00
presso l’IISF – Istituto Italiano per gli Studi Filosofici
Palazzo Serra di Cassano – Via Monte di Dio, 14 – 80132 Napoli (NA)
Partecipano alla discussione:
Giuseppe ANNUNZIATA
(Segretario Metropolitano di Napoli del PD – Partito Democratico)
Domenico CIRUZZI
(Esponente di PTD – Pace Terra Dignità)
Antonio LUONGO
(Responsabile città Metropolitana Napoli del PdS – Partito del Sud)
Rino MALINCONICO
(Segretario Regionale per la Campania del PRC – Partito della Rifondazione Comunista)
Valeria SPINELLI
(Esponente del PdS – Partito del Sud)
On. Gilda SPORTIELLO Deputata,
Coordinatrice per Napoli del M5S – Movimento 5 Stelle)
Rosario VISONE
Co-Portavoce Regionale per la Campania del PVE/Verdi – Partito Verde Europa / Verdi)
Modera:
Giuseppe ARAGNO
Storico, Portavoce della RCA – Rete per la Costituzione e l’Antifascismo)
Organizzazione:
Ci governano nazionalisti, leghisti e berlusconiani.
La “sinistra” da sola non basta: c’è bisogno di ogni sincero democratico.
Un secolo fa – pare un tempo lontano ma non lo è – Antonio Gramsci definì Giacomo Matteotti “pellegrino del nulla”, che “poneva le premesse di una rivoluzione e non creava un movimento rivoluzionario”. Grazie a questa contrapposizione, divennero entrambi vittime del fascismo e avemmo 20 anni di dittatura.
La tragedia del 1924 non insegnò nulla e anni dopo per Carlo e Nello Rosselli, caduti poi per mano fascista, si parlò di socialfascisti.
Fu a Napoli che nel settembre del 1943, con venti anni di ritardo, anarchici, comunisti, socialisti, azionisti, repubblicani, cattolici, liberali e persino monarchici, lottando uniti per liberare la città dai nazifascisti, diedero inizio alla Guerra di Liberazione, alla Resistenza, da cui nacque la nostra Repubblica.
Forse perché crediamo davvero che la storia non si ripeta, con incredibile cecità, oggi ripetiamo le scelte che cento anni fa consegnarono il Paese alla reazione.
Diciamolo allora, troviamo il coraggio di dirlo, prima che sia tardi: non è il momento di alzare muri!
Occorre essere pragmatici, cercare ciò che ci unisce, smussare gli angoli di ciò che ci divide.
Invece di chiedere autocritiche e pentimenti, occorre indurre al ravvedimento e, quando si parla di errori, è bene ricordare che attaccare chi è nato ieri è comodo, perché mette un velo pietoso sugli errori di chi ha alle spalle una lunga storia, ma non risolve il problema. Se di errori si vuole parlare, si cominci dai nostri, che hanno portato al governo Giorgia Meloni e ciò che tragicamente rappresenta.
Mentre la casa brucia, ciò che resta di una evanescente sinistra si accanisce con un lavoro tardo stalinista di isolamento contro i dissenzienti. Sta nascendo così un pensiero unico di sinistra, cieco, ottuso, debole e malato.
La ricerca dei colpevoli, ma sarebbe meglio parlare di caccia alle streghe, non salverà nessuno e condannerà tutti, mentre la costruzione di un fronte comune, fondato sulla difesa della Costituzione, sul no al Premierato, all’opposizione all’Autonomia Differenziata e all’asservimento della Magistratura, apre la via a un accordo programmatico su pochi punti (Licenziamenti, Precarietà, Appalti, abolizione delle Leggi di Matteo Renzi contro il Lavoro, Reddito di Cittadinanza e Salario Minimo) e costituisce un possibile e forte argine opposto alla svolta autoritaria e securitaria.
Esiste, ma non è insuperabile, lo scoglio della guerra. Va affrontato in modo intellettualmente onesto, partendo dalla illegale sostituzione dell’ONU con la NATO e da un’Unione Europea nata per essere “casa comune” e garanzia di Pace e diventata braccio armato di tutti i guerrafondai.
Non si tratta di parole, ma di un percorso urgente concreto. Le nuove “leggi fascistissime” sono alle porte: Autonomia Differenziata, Premierato, anni di galera per chi protesta.
Tempo un anno e saremo la fotocopia dell’Ungheria orbániana e della Turchia erdoğaniana. Quando accadrà, sarà tardi per trovare una via d’uscita e a pagare saranno purtroppo i nostri figli e nipoti.
Se vogliamo evitarlo, rivediamoci e riprendiamo il promettente lavoro iniziato prima delle elezioni europee.
Facciamolo presto, perché ormai non solo ci manca il tempo, ma cominciano purtroppo a mancare anche le forze e le risorse umane!
RCA – Rete per la Costituzione e l’Antifascismo
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