
Nel buio profondo che ci soffoca, una piccola luce si è accesa; chissà che non diventi alla fine una stella polare. Mi hanno fatto sperare gli scioperi spontanei di operai che hanno preso d’improvviso parola. Che io ricordi, non accadeva da tempo e ho letto un qualche timore nella risposta dei padroni.
Forse le classi subalterne non sono disposte a subire ancora. Forse le dimensioni e ancor più il significato della tragedia non consentono più di andare avanti ciecamente nella direzione di ieri.
Forse sogno, forse mi illudo, ma la tempesta che attraversiamo mostra lontani, ma raggiungibili luci di porti dimenticati e ripari da cui ripartire, segnando sulle carte rotte nuove e indirizzando le prore là dove un tempo sapevamo che splende il “sol dell’avvenire”.
