Chi erano gli sponsor e quali obiettivi aveva il “rinnovatore della politica” lo sapevano tutti.
Tutti, nessuno escluso, sapevano che “l’uomo nuovo”, candidato con Ingroia contro Zingaretti, da buon trasformista, era passato improvvisamente col segretario del PD – il partito di De Luca – accettandone la candidatura. Lo sapevano tutti che con quella scelta svendeva la sua storia per un posto in Senato.
Tutti sapevano, nessuno escluso, che a sostenerlo c’erano, tra gli altri, il PD e Renzi, con la sua Italia Nuova e con Graziella Pagano: alcuni tra i principali carnefici della povera gente.
Si sapeva anche – lo sapevano tutti – che se il “rinnovatore” avesse vinto, non avrebbe fatto nulla di ciò che prometteva; sarebbe immediatamente finito tra i galoppini di De Luca, l’uomo della trasparenza e delle “fritture di pesce”.
Lo sapevano tutti, insomma, che votarlo era un’autentica vergogna, eppure quasi tutti scelsero di comportarsi vergognosamente. Perché?
Perché odiavano Potere al Popolo e speravano di affondarlo. Per questo nobile motivo votarono un amico dei peggiori nemici della gente di sinistra. Poi, come spesso accade, la storia presenta il conto.
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Breve storia degli unitari ruotoliani rossi
Posted in Interventi e riflessioni, tagged De Luca, Graziella Pagano, Ingroia, Italia Nuova, Pd, Potere al popolo, Renzi, Sandro Ruotolo, Zingaretti on 06/06/2020| Leave a Comment »
La maggiominoranza
Posted in Interventi e riflessioni, tagged ancien régime, De Magistris, DemA, Pd, Renzi, rivoluzione francese, Sandro Ruotolo on 27/02/2020| Leave a Comment »
E’ il caso di ricordarlo: non si comprende il senso profondo della storia moderna se non si ha ben chiaro il concetto di rappresentanza politica. In suo nome si è combattuta infatti la battaglia epocale contro la monarchia assoluta e dalla sua vittoria sono nati il superamento dell’ancien régime, il sistema politico costituzionale in età liberale e le democrazie del Novecento.
Oggi, al di là dell’ideale irrealizzato della democrazia diretta e partecipativa, la realizzazione concreta della rappresentanza politica sono le assemblee parlamentari periodicamente elette e i parlamentari che ne costituiscono il “contenuto”. Questo non significa naturalmente che la vicenda storica sia ferma alla Rivoluzione francese. La fine della rappresentanza per ceti, la nascita dei partiti di massa, il suffragio universale, il voto alle donne, per esempio, hanno modificato e affinato il concetto iniziale di rappresentanza.
Benché il contrasto sul significato e sulla funzione dei rappresentanti sia insuperato ancora insuperato, è indiscutibile: nel processo storico che ci conduce al mondo contemporaneo, il regime politico rappresentativo costituisce l’antitesi dei regimi che non sono soggetti al controllo politico dei cittadini. Benché non cancelli del tutto la distanza tra governanti e governati, la democrazia rappresentativa garantisce a questi ultimi il controllo sul potere politico. In questo senso, il ruolo della minoranza, il rispetto che a essa deve la maggioranza e la distanza netta che divide l’una dall’altra è il carattere costitutivo della nostra repubblica parlamentare.
Quale che sia il ruolo che si voglia assegnare ai parlamentari – quello di delegato, di fiduciario o di “specchio fedele” in un quadro di rappresentatività sociologica – in una democrazia più il numero dei parlamentari è adeguato a quello dei cittadini, più netto è il confine tra maggioranza e minoranza, più reale è la finzione di rappresentanza del Parlamento e non ci sono dubbi: le strutture della democrazia e l’ethos stesso della rappresentanza perdono ogni valore reale quando la minoranza si confonde con la maggioranza, al punto che un parlamentare può essere eletto con il contemporaneo appoggio delle forze di opposizione e di quelle di maggioranza. Quale controllo reale, quale rapporto fiduciario, quale ruolo di delega può assicurare un parlamentare eletto in questo modo? E come si potrà parlare di “regime politico rappresentativo”?
In questo senso, il caso di Sandro Ruotolo – per forza di cose il senatore meno votato nella storia della Repubblica – sostenuto da demA e dal PD, da chi governa e da chi si oppone, da nemici acerrimi come De Luca e De Magistris, dal PD e da chi, come Renzi, ha rotto col PD, non è solo un esempio doloroso del degrado della politica, ma una grave ferita a quella garanzia del “controllo” da cui trae la sua legittimità la nostra democrazia rappresentativa.
Potere al Popolo: una lezione di onestà intellettuale
Posted in Interventi e riflessioni, tagged De Magistris, Potere al popolo, Sandro Ruotolo on 19/02/2020| Leave a Comment »
A partire dal minuto 41 del confronto tra gli esponenti delle forze in campo in lotta per un posto al Senato nel Collegio 7 di Napoli, Giuseppe Aragno, di Potere al Popolo, sostituisce Sandro Ruotolo – il latitante candidato del sindaco – e nei limiti del possibile difende De Magistris dagli attacchi della destra e dei 5Stelle.
A pensarci, l’atteggiamento del giornalista è decisamente strano. Prima dichiara che, se sarà eletto, siederà nel gruppo misto, poi lascia che siano altri a difendere De Magistris. E’ triste pensarlo, ma sembra quasi che Ruotolo si vergogni di chi l’ha candidato…
Il candidato della società civile
Posted in Interventi e riflessioni, tagged Antonio Labriola, Migliore, Sandro Ruotolo, trasformismo on 06/02/2020| Leave a Comment »
Quando la scuola statale produceva coscienza critica, anche un mediocre studente sapeva che se la cosiddetta “società civile” e i suoi ceti dominanti prevalgono sul sistema politico, nascono classi dirigenti particolarmente deboli e il parlamentarismo entra il crisi. Lo studente, di fatto, sapeva ciò che sedicenti “intellettuali” e opinionisti senza opinione, ignorano oggi bellamente: più si accentua la crisi del parlamentarismo, più una delle costanti della nostra storia, il trasformismo, diventa il dominatore della nostra vita politica.
Basta guardare con un minimo di attenzione l’attuale realtà parlamentare, per rendersi conto che ormai nella Camera dei Deputati si raccoglie una parziale e decisamente fittizia rappresentanza del Paese. Conseguenza diretta di questa crisi delle Istituzioni è l’espulsione dalla direzione politica di cospicue forze attive e vive della società, gruppi e singoli individui pienamente idonei ad aspirare al governo del Paese.
Com’è naturale, questa espulsione riduce gli interessi tutelati in Parlamento, molti dei quali sono interessi privati, la cui somma è decisamente lontana dal formare l’interesse pubblico. Di qui la trasformazione della dialettica parlamentare in un lavoro di camarille, in un costante frazionamento della classe politica, i cui rappresentanti passano indifferentemente da una parte all’altra.
Storicamente, quando questa crisi giunge come oggi al suo culmine, il Paese imbocca due vie. La prima è quella di un parlamentarismo così debole, da impedire la saldatura delle fratture della “società civile” e vivere di un trasformismo che riduce l’attività politica a vuoto verbalismo e produce scelte politiche per lo più antitetiche a quanto occorre a buona parte della popolazione. E’ la soluzione più frequente che si trasforma spesso in impotenza. L’altra, per lo più minacciata e mai condotta alle estreme conseguenze, è la soluzione autoritaria, anch’essa debole di fronte a un apparato dello Stato (burocrazia, esercito, magistratura) che la imbriglia e la tiene a freno. Persino il fascismo, oggi evocato a fini propagandistici, finì col cedere alle contraddizioni della “società civile”.
Nessuna meraviglia, quindi, se nella situazione attuale, un popolo seriamente malato d’ignoranza, combatta accanitamente il fantasma autoritario e si sottometta volontariamente al nostro male politico più antico e pernicioso: il trasformismo. Forte di un’antica tradizione, intanto, chi agita lo spetto del regime, organizza contemporaneamente una squallida operazione di trasformismo e, grazie agli immancabili candidati della “società civile”, mette assieme il diavolo e l’acqua santa.
Uno studente di buona preparazione, sapendo che il cancro della nostra vita politica non è il saltuario momento autoritario, ma il costante gioco del cambiamento, che cambia tutto per non cambiare niente, un tempo avrebbe subito visto dietro Sandro Ruotolo e la “società civile”, quel Migliore passato dal Pci a Rifondazione, poi al PD e infine a Renzi; l’avrebbe visto e se non altro avrebbe ricordato la lezione di De Roberto e Tomasi di Lampedusa. Purtroppo, però, quello studente non c’è più: l’hanno ucciso le riforme scolastiche delle due destre e l’elettore, ridotto al “bestiame votante” acutamente intravisto da Labriola, non ha dubbi, non può averne: deve salvare la “democrazia” e vota convinto per gli assassini dei suoi diritti.
Suppletive a Napoli. L’intervista a Giuseppe Aragno
Posted in Interventi e riflessioni, tagged De Magistris, Elisabetta Canitano, Fanpage, Giuseppe Aragno, Gualtieri, Sandro Ruotolo on 04/02/2020| Leave a Comment »
Anche a Napoli si tengono elezioni suppletive per sostituire un senatore deceduto. La destra schiera il solito capofila di clientele a dir poco “oscure”, il Pd mette in campo Sandro Ruotolo e riunisce dai peggiori renziani fino a De Magistris e Sinistra Italiana, in quello che sembra un test per le prossime elezioni regionali.
La prima fila alla presentazione di Sandro Ruotolo dice tutto
Potere al Popolo va quindi in logica solitudine – inutile, anzi dannoso, far “risucchiare” un abbozzo di alternativa reale dentro un orrendo calderone popolato di cacciatori di poltrone – e schiera Giuseppe Aragno, illustre storico, che centra subito da par suo il perché di questa scelta.
Un’intervista video da ascoltare affiancandola a quella di Elisabetta Canitano, che a Roma corre contro il ministro dell’economia Gualtieri.
“Noi siamo antiliberisti, le destra e il centrosinistra hanno contribuito insieme allo sfascio del nostro paese – commenta Aragno – andiamo da soli perché siamo antiliberisti e poteremo nella campagna elettorale e speriamo in Parlamento, la voce di una sinistra che non c’è più”.
Sulla scelta di andare da soli, il candidato di Potere al popolo spiega: “Andiamo da soli, ma saremmo andati con De Magistris, ma ci hanno detto di no. Dietro Ruotolo c’è Renzi, c’è il Pd, ci sono quei personaggi e quei gruppi politici che hanno contribuito a creare i problemi nel paese e nello stesso Comune di Napoli”.
Redazione di Contropiano
Fonte: Fanpage
L’intervista video:
https://www.youtube.com/watch?v=AlnrRzLURkQ&feature=emb_logo
Sandro Ruotolo il candidato del centrosinistra
Posted in Interventi e riflessioni, tagged centrosinistra, Minniti, Napoli, Pd, Sandro Ruotolo on 18/01/2020| Leave a Comment »
È una questione morale….
MAI col PD.
Quello che manda i nostri genitori a lavorare fino a 67 anni
Quello degli ospedali sotto finanziati
Quello dei nostri amici a lavorare per una miseria
Quello degli interventi militari ‘umanitari’
Quello del decreto Minniti che ha ucciso e illegalizzato migliaia di persone.
Sono fiera del nostro candidato Giuseppe Aragno ❤️ una persona che ho conosciuto durante una carica della polizia, che non usa la battaglia antifascista per rendere l’indigeribile, digeribile.
Vera Pavlova
Anche io sono fiero di essere uno di voi. Noi non abbiamo bisogno di un reazionario come Minniti per difendere la democrazia da Salvini. Sono entrambi colpevoli degli stenti e della sofferenza delle classi popolari. Chi va con loro non ci difende dal fascismo, ma aiuta gli sfruttatori.
Giuseppe Aragno