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Posts Tagged ‘Napoli la “167”’

Scrivo di getto, senza rileggere. La notizia è di quelle che, ripetute, scuotono. E non so tacere. Lo annunciano, ad ogni anniversario, settimanali on line e carta stampato, gente di destra e gente di sinistra, stampa di cui fidarsi, e fa piacere: il nuovo anno zero è nato a New York, tra ciò che resta del tragico Ground Zero. Dopo le olimpiadi classiche e Roma fondata, dopo il prodigio di Betlemme e la fuga di Medina, da qualche anno c’è il mistero di New York. Siamo all’anno otto e San Silvestro cade ora l’undici settembre. I tempi sono quelli che sono e incontrare un punto fermo non è cosa da poco. D’accordo, l’evo nuovo parte da un buco, un vuoto, un lutto difficile da elaborare, ma è pur sempre qualcosa. D’altro canto, cosa chiedere ad un anno zero partorito dall’orrido accoppiamento di cumuli di detriti con resti umani – migliaia di non identificati ci hanno detto con macabra pignoleria – in un vuoto circondato da bandiere e bancarelle, dove turisti scattano foto morbose e comprano salsicce?
Ricorre a giorni l’ottavo capodanno e “il mondo intero” è in attesa dell’evento. E qui, sul “mondo intero” che l’attende, qualche dubbio mi assale. Nella mia Napoli, per dirne una, nei rioni popolari soffocati da disoccupazione, miseria e camorra, l’anno otto dopo Ground Zero passerà inosservato, come gli altri sette: la gente non s’è accorta del cambiamento. Non se n’è accorta, ci potrei giurare – e come avrebbe potuto? – l’incorreggibile teppaglia che si diverte a lanciare sassi nella Palestina occupata, non se ne sono accorte le larve subumane che a centinaia di milioni si trascinano per le vie dell’India e le caterve di derelitti che lottano quotidianamente per la sopravvivenza in tutti i continenti. Miliardi di persone ignorano bellamente lo storico avvenimento, sicché, stringi stringi, scopri che “l’intero mondo” in attesa si riduce a pochi milioni di occidentali e ai loro poteri statali. Vengono i brividi. Sta nascendo un mondo che è un vuoto, un’identità non verificabile, un verminaio germinato dal tragico mostriciattolo prodotto dall’attentato alle “torri gemelle” e la stragrande maggioranza della popolazione del pianeta non se n’è accorta! Non se ne sono accorte – ed è ciò che sconvolge – le periferie che hanno pensato e condotto l’attacco al centro della terra. Sembrerà strano ma è così. E per scoprirlo non occorre andare in Amazzonia. Venga qualcuno a Napoli, nella “167” di Secondigliano, nei “quartieri spagnoli”, nei vicoli della Sanità, di Pendino, Vicaria e Mercato e chieda alla gente perché s’è scagliata contro il centro del mondo. Sentirà le risposte. In quanto alle vicende della storia, di cui si può dire ormai tutto e il contrario di tutto – che è finita e risorta, o forse si è interrotta per far posto a un’altra storia ma è bene non chiedere storia di che? storia di chi? – in quanto alla storia, dicevo, mi informano d’un tratto (e sembra una minaccia) che c’è poco da fare: visto che vive, siamo costretti ad esserne protagonisti. Tutto questo mi allarma e mi chiedo angosciato: prima dell’anno zero ci furono protagonisti non costretti? Per favore, signori, fuori i nomi.
Lo ammetto. Sono un vecchio ostinato e non riesco a guardare a domani senza tener d’occhio ciò ch’è stato ieri. Non credo alle cesure nette, ai cambiamenti improvvisi e diffido di qualunque anno zero e di ogni “tabula rasa“. Il nuovo mondo che si vuole far nascere, col nuovo ordine e la nuova Costituzione a me non pare nuovo. Ne ricordo uno uguale, descritto anni fa Marcuse, abitato da un uomo misterioso a una sola dimensione. Un mondo, mi spiace dirlo, già analizzato in manifesti “deliranti” per definizione da alcuni giovani sciagurati che si dichiararono soldati di una guerra che volemmo unilaterale – una “non guerra” – che ci sembrò incomprensibile, fu condotta male, nell’isolamento, e fu persa, ovviamente, come sembrò che fosse nella logica delle cose. Dirò consapevolmente cose che faranno rivoltare i benpensanti. L’obiettivo di quella “non guerra” furono la NATO, il Fondo Monetario Internazionale, la tirannia delle multinazionali. Il mondo “nuovo” insomma, quello d’oggi, che è già nato da tempo, s’è consolidato e già invecchia, un mondo il cui anno zero non si colloca certo alla data dell’attentato alle torri gemelle. I giovani sciagurati sbagliarono e pagano. Ma, diciamocela tutta, deliravano davvero? E queste mie annotazioni sono anch’esse un delirio? Dio, quanto male si può fare per difendere la “democrazia“. E quanto male può venire da embrioni di moderne dittature legittimate da controfigure della sinistra.
A chi ci opponiamo mi hanno chiesto? Al gioco delle parti. A chi parla per la sinistra e si colloca a destra. A chi è di destra e ora fa il sinistro. Potrò sbagliare, ma all’ordine del giorno c’è, oggi più che mai, un aspro scontro sociale. Una volta avremmo detto uno scontro di classe.

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Questo intervento, lievemente corretto, non è nuovo – è uscito su “Fuoriregistro” il 9 settembre del 2002 ma potrei scriverlo oggi. E torno a metterci la firma.

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