ASSEMBLEA PUBBLICA: DOPO LA VITTORIA DEL NO? COSTRUIAMO IL POTERE POPOLARE!
SABATO 10 DICEMBRE – ORE 17.30 – EX OPG Occupato – Je so’ pazzo
Dopo mesi di campagna pancia a terra, e dopo la schiacciante vittoria del NO, promuoviamo un momento di dibattito insieme a tutte le realtà, i comitati, i singoli, con cui in questi mesi abbiamo portato avanti la campagna popolare! Per analizzare insieme il risultato, e per trovare insieme le migliori modalità per proseguire la battaglia! Questa non è la vittoria di Grillo o di Salvini, è la vittoria di un popolo che chiede potere, redistribuzione della ricchezza, giustizia sociale. Cerchiamo di organizzare, a partire dai territori e dalle lotte, questa richiesta!
Interverranno: Giuseppe Aragno, Francesca Fornario, Mimmo Mignano, esponenti di associazioni e comitati…
Ci saranno: collegamenti da Bergamo, Mantova e altre parti d’Italia dove il ruolo della sinistra è stato determinante.
A SEGUIRE APERITIVO E FESTICCIOLA!
L’esito del referendum del 4 dicembre ha parlato chiarissimo: oltre 19 milioni di italiani, il 70% dei votanti complessivi, non ha semplicemente bocciato la riforma costituzionale, ma ha mandato un messaggio netto al governo Renzi.
Le classi popolari di questo paese hanno espresso la necessità di una trasformazione radicale delle loro condizioni materiali e delle loro prospettive di vita. Tra tutti un dato, spicca un dato: in nessuna regione del mezzogiorno italiano, di questo Sud bistrattato e utilizzato da sempre come bacino reazionario e volutamente arretrato dai padroni, la percentuale del NO è andata sotto il 60%. A Napoli, dove tra mille difficoltà e scarsissimi mezzi, dalla scorsa estate si è dato vita a un lavoro intenso e partecipato sui territori, il NO ha vinto con il 70% dei voti.
La vittoria del NO, che qualche commentatore da talk show potrebbe facilmente liquidare come semplice “voto di protesta” è tanto altro. È uno schiaffo alle misure d’austerità, alle controriforme renziane, allo smantellamento della sanità e dell’istruzione pubblica, alle guerre mai terminate, alla povertà dilagante, alla disoccupazione. Rappresenta, un’occasione ricompositiva importante per chi negli anni è rimasto ai margini e ha pagato le conseguenze di una crisi economica causata dalla grande impresa, da banche e finanza.
Così anche se Renzi si è dimesso, non ci basta. Non possiamo permettere che il protagonismo che spontaneamente si è attivato e si è articolato in comitati e assemblee popolari, che si è battuto nei luoghi di lavoro e della formazione, vada disperso o frustrato.
Non possiamo permettere che lo straordinario patrimonio di relazioni, capacità organizzative di autogestione e cooperazione sfumino nella “classica” depressione e nell’incertezza del post voto.
Non siamo disposti a regalare questa vittoria alle destre reazionarie o ai populismi beceri, pericolosi, che sbraitano contro i più deboli della società, che ci mettono l’uno contro l’altro, che predicano razzismo e tutelano gli interessi dei più ricchi, e che ci trascinerebbero in un abisso…
Saremo pazzi, ma siamo certi che sia questo il momento in cui la rabbia si debba trasformare in progetto, speranza, soluzioni concrete e percorribili che parlino di diritti per tutti, di redistribuzione della ricchezza, di giustizia sociale, di potere al popolo, di democrazia reale.
Per farlo non conosciamo altro modo che confrontarci e coordinarci, in una grande assemblea pubblica, con tutte e tutti quelli che hanno animato questa campagna popolare, le voci che hanno attraversato piazze e vicoli, a cui il furgoncino poderoso ha dato forza una tappa alla volta. Studenti, operai, artisti, disoccupati, comunità immigrate: l’alternativa riparte dai nostri bisogni, dal nostro desiderio di scrollarci di dosso un potere ingiusto e opprimente!
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