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Posts Tagged ‘Mario Draghi’


A un giornalista del “Fatto Quotidiano” che ha azzardato una domanda, l’uomo che cammina sulle acque – proprio come fanno i sugheri e la cacca – ha risposto con parole che per Mentana “passeranno alla storia“:
Preferisce la pace o il condizionatore acceso? E’ questa la domanda che ci dobbiamo porre!“.
Il fatto è che se siamo in guerra Draghi non ce l’ha detto. Se, come pare certo, invece non lo siamo, la risposta di Draghi segnala il delirio di un guerrafondaio che lavora per Biden.
E’ vero, sì, Draghi, le sue parole e Mentana che le esalta, passeranno alla storia. Diventeranno un esempio lampante di cosa voglia dire “servo sciocco”.

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Ci siamo vaccinati due volte per senso civico. Ci avevano detto che non c’era altra via e l’abbiamo fatto. Per carità di patria abbiamo firmato un documento nel quale ci assumevano la responsabilità dei guai che il vaccino potrà procurarci in futuro. Quel documento era una falsa testimonianza e noi lo sapevamo: la responsabilità dei danni futuri non era di chi accettava di vaccinarsi, mentre la propaganda governativa spergiurava che solo così saremmo usciti dalla pandemia. La responsabilità era di chi ci vaccinava.
Abbiamo assistito con angoscia alle conseguenze di contratti scellerati, che hanno arricchito i privati produttori di vaccini, mente i medici più preparati ci avvisavano: una campagna vaccinale in piena pandemia può creare un virus incontrollabile; occorre indirizzare la ricerca su un’efficace terapia farmacologica. Draghi e i suoi complici erano ciechi e sordi.  
Oggi, mentre le varianti si moltiplicano, i contagi aumentano e l’orizzonte diventa terribilmente buio, l’uomo che cammina sulle acque e i suoi discepoli parlano di una terza dose e se la prendono con gli insegnanti, minacciando di togliere stipendi e lavoro a quelli che non si sono vaccinati.
Draghi è impazzito?
Possibile che nessuno gli abbia detto che c’è gente che non può vaccinarsi? Possibile che nessuno gli abbia spiegato che solo un ignorante criminale, dopo aver lasciato la scuola così com’era, completamente fuorilegge dal punto di vista delle regole sulla sicurezza, minaccerebbe qualcuno di licenziamento solo perché non ha seguito quello che era solo un consiglio o – peggio ancora – non ha potuto seguirlo? La verità è che oggi l’unico che merita una punizione esemplare è il capo di un governo che ha commesso un autentico crimine: ha tenuto e pretende di tenere  trenta alunni là dove per legge ce ne possono entrare venti.  
In nome di quale legge, di quale potere, di quale diritto Draghi scarica sui lavoratori le colpe gravissime del suo governo? Pensa davvero, questo prodotto di laboratorio, che dopo due vaccinazioni, siamo disposti ad affrontare la terza e a firmare di nuovo una falsa testimonianza, dichiarando nostre responsabilità che sono sue? Se lo pensa, non solo è completamente all’oscuro della realtà del Paese che intende governare, ma dà segni di squilibrio mentale. Tutto ciò che può fare è dimettersi e curarsi.
Non  se ne andrà? Il Parlamento lo terrà dov’è? E’ bene che sappia però che stavolta non firmeremo carte false. Si prenda le responsabilità che gli competono, dichiari che risarcirà i danni del vaccino che intende imporci vilmente, col ricatto della Green Card, degli stipendi negati e dei licenziamenti. E se non lo farà si prepari a difendersi dalla valanga di denunce che presenteremo alle Procure della Repubblica.

Fuoriregistro, 8 agosto 2021

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Secondo Carlo Stagnaro, una delle aquile che Draghi ha voluto al suo fianco come consigliere, «una società armata è una società libera» e ogni cittadino dovrebbe avere il diritto di possedere e portare in giro armi per esercitare l’autodifesa.
Naturalmente se gli chiederete quali rapporti ha con le fabbriche di armi, Stagnaro vi risponderà sprezzante che non ha nulla da spartire con i venditori di morte.
Per lui il problema si pone in termini di «diritto». Infatti, scrive, affidare allo Stato «l’onere di difenderci dai malviventi […] è una soluzione chiaramente ingiusta: perché mai noi dovremmo essere obbligati ad acquistare un servizio da qualcuno, indipendentemente dalla nostra volontà?». Molto meglio e più efficace «è assumersi in proprio la responsabilità di difendere ciò che legittimamente ci spetta». Il proprietario, sostiene Stagnaro, «è la persona più indicata a difendere la proprietà. D’altro canto, già oggi il mercato fornisce innumerevoli mezzi per provvedere privatamente alla sicurezza: dai vigilantes alle porte blindate».
La difesa personale esercitata in proprio, osserva convinto Stagnaro è molto più efficace di quella esercitata dallo Stato, vero nemico dell’aquila consigliante. Non ci credete? Ecco le prove: «a Chicago […] è emerso che i civili  armati hanno ucciso per motivi giustificati il triplo dei criminali violenti uccisi dalla  polizia. In generale, i civili armati hanno ucciso, catturato, ferito o almeno allontanato gli aggressori nel 75% dei casi di scontro violento, contro il 61% della polizia».
Poiché l’aquila si aspetta l’obiezione morale – che ritiene solo moralistica – anticipa chi si scandalizza perché «il possesso indiscriminato di armi da fuoco produce un aumento nei ferimenti, o addirittura nelle uccisioni ». E’ una obiezione esatta, scrive, ma sciocca. Infatti ferimenti e morti avvengono ai danni, «dei criminali: quindi di chi implicitamente ha accettato tale rischio in cambio di una violazione  altrettanto violenta dei diritti di cittadini onesti e pacifici».
Diciamoci la verità. Stagnaro, il consigliere di Draghi, non incarna solo la ferocia del neoliberismo e la minaccia che questo governo rappresenta per la democrazia, ma mostra una sconsolate pochezza culturale. Se infatti prendiamo per buono il principio base del suo ragionamento – perché dovremmo essere obbligati a pagare lo Stato per farci difendere dai criminali indipendentemente dalla nostra volontà? – una domanda sorge legittima: perché dovremmo pagare giudici e tribunali indipendentemente dalla nostra volontà, nel caso che l’autodifesa di Stagnaro non riesca e qualcuno l’ammazzi? A fare giustizia ci penseranno amici, parenti e conoscenti, che Stagnaro ha fornito di armi.
Il mercato, o te lo prendi com’è fino in fondo – e precipiti con Stagnaro e questo governo nella barbarie della società libera e armata – o ti rendi conto che hai di fronte una pazzia criminale e ti prepari a difendere la Repubblica nata dall’antifascismo.

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Pare che Monti abbia fatto il castigamatti con Microsoft. Pare anche, però, che il rettorato del neoministro Profumo sia stato caratterizzato, a Torino, dalla forte spinta alla collaborazione con diverse aziende internazionali, prima fra tutte Microsoft. A parole, l’opposizione guidata da Bersani ha sempre sostenuto che la riforma Gelmini fosse un vero disastro. Nei fatti, oggi Bersani appoggia il governo guidato da Monti, che ha sempre sostenuto la Gelmini, e un ministro come Profumo che, sul tema spinoso del rapporto  tra pubblico e privato, si limita a dichiarare “Io credo che la scuola sia la scuola”. Una scoperta che vale l’uovo di Colombo.     

Il teatro comico ha mille volti e si può esser d’accordo: ci sono buffoni seri e tragiche buffonate. Così, se il Parlamento di Pontida è una “comparsata” per comici scalcagnati e le barzellette di Berlusconi danno la misura della miseria morale del Paese che l’ha votato, la commedia a Palazzo Madama ha avuto ieri i toni dell’avanspettacolo. Monti fa offesa alla sua intelligenza, quando ci rassicura sul “complotto” dei poteri forti. Ma chi parla di complotto? Per carità, qui tutto accade alla luce del sole e sono fatti chiari: un Parlamento di nominati vota la fiducia a un governo che nessuno ha votato. Questo è un fatto grave e Monti lascia il tempo che trova con le sue smentite. Se il fatto poi sia di per sé complotto, il problema è di Monti e, con tutto il doveroso rispetto, di Napolitano che l’ha incaricato.

E’ un dato reale: per il ruolo che ha svolto, Monti è tra i responsabili della crescita malata di un organismo politico pensato per i popoli e diventato nemico dei popoli. Che l’Unione Europea sia sull’orlo della catastrofe non è invenzione di fantasie morbose o di un risorto estremismo che se la prende senza ragion veduta con una rinnovata congiura demo-pluto-giudaico-massonica. Questi purtroppo sono fatti concreti, come i percorsi e le carriere di uomini che stanno decidendo del futuro dell’Italia e della Grecia, per limitarsi agli ultimi avvenimenti. Non è colpa dei cittadini e non è una congiura, è un dato di fatto: Mario Monti al governo qui da noi, Luca Papademos in Grecia e Mario Draghi alla Banca Centrale Europea a Buxelles sono giunti tutti, passando prima per la Goldman Sachs, la Commissione Trilaterale di Rochefeller e il Gruppo Bilderberg.

In questo contesto si pone la chiave di lettura di eventi che sarà la storia a ricostruire, ma è un fatto, non un complotto, che solo pochi giorni fa il Passera banchiere, oggi ministro, dichiarava a nome di Banca Intesa: “Come banca […] siamo […] direttamente e indirettamente uno dei più grandi sottoscrittori di debito pubblico italiano”. A noi oggi tocca credere per fede che il Passera ministro, fino e ieri leader di una della più grandi banche italiane, si occuperà degli operai e non farà mai gli interessi del gruppo che ha guidato per dieci anni. Tocca credere, e la fede dovrà essere grande, che il banchiere Passera, che s’è occupato a lungo di trasporti, ha acquistato per la sua banca il 10 % della nuova Alitalia e c’entra molto coi treni privati di Montezemolo e Della Valle, da ministro delle attività produttive e delle infrastrutture, tutelerà dalla concorrenza le Ferrovie dello Stato sui binari dell’alta velocità.  

In quanto all’istruzione, non è certo un complotto: Monti ha sostenuto la Gelmini e il neoministro Profumo è uomo molto vicino al cardinal Bagnasco. Tutto ci tranquillizza, tutto. In tempi di conflitto sociale, un prefetto al Ministero dell’interno era tra i nostri sogni e, mentre si decide chi paga la crisi, un ammiraglio alla Difesa ci rassicura. E s’è visto subito, d’altra parte: Monti parla dell’Ici sulla prima casa. Le spese militari non si toccano. Non fanno debito, no, quelle sono risparmi. 

Uscito sul “Manifesto” del 20 novembre 2011 col titolo Monti & Co, Neoliberismo alla luce del sole

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