La devastazione e il saccheggio qui da noi si sono visti davvero, non c’è dubbio, ma non s’è trattato del reato di un pugno di esasperati manifestanti. No. Il Paese è stato devastato e saccheggiato dalle politiche di classe di un governo liberticida. Il reato grave che abbiamo commesso è di segno diametralmente opposto: abbiamo consentito che ci devastassero e ci siamo fatti passivamente saccheggiare: lavoro, salute, ambiente, diritti. Non c’è nulla che sia sfuggito ai lanzichenecchi al soldo di Bruxelles. Nulla.
Dei tre contemporanei suicidi che in questi giorni hanno funestato le nostre tragiche cronache, uno, almeno uno, quello che ha causato gli altri due, è conseguenza diretta di una legge iniqua, immorale e tecnicamente sbagliata, voluta – incredibile a dirsi – dal governo “tecnico” di Monti, sostenuto in tandem dal duo Berlusconi-Bersani. Era un “esodato”, si dice nel linguaggio forbito della signora Fornero, che di quei suicidi è la responsabile più diretta. Un cittadino a cui un crimine diventato legge della Repubblica aveva tolto in una sola volta il lavoro, lo stipendio e la pensione.
In una democrazia parlamentare, quelle morti avrebbero indotto il nuovo Parlamento a mettere alla porta il governo e probabilmente a chiamare i responsabili a dar conto delle loro scelte distruttive al popolo sovrano che non solo non li ha mai eletti, ma li ha apertamente ricusati quando è stato finalmente chiamato a votare.
Al contrario, quel governo che ieri non aveva alcuna legittimità, oggi, dopo le elezioni, ancora una volta grazie a Bersani, Berlusconi e Napolitano, ha assunto un potere del tutto incompatibile con la democrazia parlamentare e opera nel più assoluto disprezzo della Costituzione e di quella divisione dei poteri che fu il vanto di Montesquieu. Le Camere, infatti, private del diritto di far funzionare le Commissioni e di fatto paralizzate, non sono in grado di svolgere il loro ruolo vitale di controllo dell’Esecutivo. Dopo quasi due anni di scelte forzate e di strappi alla legalità, ormai la democrazia nel nostro Paese è del tutto abolita. Dopo due anni di tradimenti e violenze, nei palazzi del potere e nelle piazze, un pugno di individui governa contro il popolo.
Chi s’illude che per uscire da questa tragedia basterà fingere di non vedere e subire questa inaudita violenza, commette un errore fatale. Chi spera di salvarsi elemosinando diritti e affidandosi ancora una volta a chi ha tradito, non solo rinuncia a lottare, ma merita la servitù che ci stanno imponendo.
Non è più tempo di salire sui tetti e sulle gru, di occupare isole e sperare nei miracoli. E’ venuto il momento di reagire. Ciò che da soli i nostri giovani provarono a fare il 14 dicembre del 2010, si può ancora tentare affiancandoli. Non è Grillo che deve occupare il Parlamento. Tocca ai lavoratori e ai giovani. Quei giovani, per i quali i diritti conquistati dai padri sono diventati un sogno impossibile. Non c’è altro modo e non c’è più tempo. Bisogna finalmente fermare il sacheggio e la devastazione.
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