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Posts Tagged ‘Kennedy’

Ci sono notizie che incredibilmente non trovano posto né in prima pagina sui giornali, né tra i titoli dei telegiornali. Venerdì scorso, per esempio, la tragedia marocchina e spagnola avrebbe meritato certamente la prima pagina: a Melilla il razzismo istituzionale dell’Unione Europea ha fatto più morti e feriti di un missile russo a Kiev.

Siamo continuamente bombardati dal panegirico della superiore civiltà occidentale, rappresentata in primo luogo dagli USA e dalla loro “grande democrazia”. Bombe di carta stampata e titoli urlati dai telegiornali hanno accompagnato nei giorni scorsi la scelta medioevale di mettere fuori legge l’aborto e di vietare ai medici l’obiezione di coscienza. L’attenzione, però, non si è fermata sulla barbarie della legge ma qualche corteo spontaneo di gente che protestava. Non serve a niente, ma da noi si può protestare.

Bombe a grappolo ci colpiscono ogni volta che un’arma da guerra, venduta come un giocattolo a chiunque ne abbia voglia, produce la periodica strage di gente inerme. La notizia sono i morti e la pietà; nessun titolo sulla democrazia di riferimento dell’Occidente che obbedisce alla lobby delle armi.

Alla coscienza di un popolo civile la pena di morte ripugna. I nostri mezzi d’informazione ci dicono che si sono fatti progressi nella barbarie delle esecuzioni, ma non trovi un titolo sugli USA che ignorano Beccaria e si tengono cara la pena di morte.

Quando un cittadino diventa Presidente pur avendo preso meno voti dell’avversario, in prima pagina la notizia non è che negli USA può vincere chi perde; si celebra invece il faro della democrazia occidentale che ha mandato alla Casa Bianca uno che imporrà alla maggioranza la volontà di una minoranza.

Non hanno fatto mai veramente notizia e non sono diventate un esempio classico di crimine di guerra le atomiche sganciate sul Giappone – le uniche nella storia dell’umanità; il golpe finanziato per eliminare Allende, il razzismo quotidiano, le menzogne sulle armi irachene di distruzione di massa, e le conseguenti centinaia di migliaia di morti sono faccende sulle quali pesa la polvere degli anni. Gli USA erano e sono sempre credibili

Come ogni guerra anche quelle degli occidentali sono massacri; quando si combattono, però, sono giuste e difendono la democrazia. Diventano un errore qualche tempo dopo, ma chi non ha sbagliato scagli la prima pietra.

Siamo condannati a bombardamenti quotidiani che annebbiano le menti, cancellano il passato e impongono con invisibile violenza la convinzione che grande, grandissima è la civiltà degli occidentali e che gli Usa ne sono il faro: il Paese che da Lincoln a Kennedy ha ucciso un numero impressionante di suoi Presidenti.

Da un po’ di tempo, il pilota più attivo in questo bombardamento è il Presidente del Consiglio dei Ministri della nostra sventurata Repubblica. Uno che per occuparsi della democrazia atlantica, ha dimenticato il Covid, la siccità, la corruzione dilagante, gli italiani ridotti in miseria, il pianeta moribondo e la Costituzione su cui ha giurato.

Per tradire Cristo, Giuda fu pagato con un pugno di monete. Nessuno ancora sa in cambio di cosa il nostro signor Presidente tradisce quotidianamente il popolo che governa.

Agoravox, 1 luglio 2022

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Abu_Ghraib_17aChe un cialtrone come Barak Obama si sia messo in testa di fare la lezione di democrazia a Putin, un manigoldo della sua stessa razza, non meraviglia nessuno. Il male è notoriamente banale e non ci sono cani di attori che recitino peggio dei cosiddetti “grandi” quando la malasorte dei popoli li chiama sul palcoscenico della storia. Stupisce, questo sì, che teste pagate a suon di milioni per imbottire di frottole la povera gente e suscitare attorno al caso Crimea un clima da “union sacrée”, non trovino di meglio che attaccarsi al tifo per una partita che non si gioca più: l’Unione Sovietica s’è sciolta come la neve al sole e il comunismo reale non esiste più.
Sarò solo un fortunato imbonitore, ma Grillo ha certamente ragione: la malafede, la sciatteria e la grossolana ignoranza della stampa tocca ormai livelli da fare invidia a specialisti come Mario Appelius e Teresio Interlandi. E’ vero che il mirabolante sistema formativo di marca anglosassone voluto da Berlinguer mira da tempo a creare scimuniti e tenta d’insegnare agli studenti la storia scritta dai padroni, però,  piaccia o meno ai criminali aguzzini di Guantanamo e al rinascente pangermanismo tedesco, qui da noi uno studente decentemente preparato conosce la “Questione degli Stretti” e sa che la “Grande madre Russia” ha un orgoglio nazionale. Lo capì  Napoleone in fuga sulla Beresina, lo scoprì a sue spese quell’Adolf Hitler, che, giova ricordarlo, scrisse una pagina di storia particolarmente istruttiva sulla “democratica” Germania, oggi pericolosamente guidata dalla teutonica rozzezza di Angela Merkell.
Qui da noi, uno studente di scuola superiore sa perfettamente che Barak Obama custodisce le chiavi di Guantanamo, il più atroce campo di concentramento partorito dalla ferocia umana dopo le glorie naziste. Perfino l’uomo della strada conosce i tragici nomi di Hiroshima e Nagasaki e c’è chi, stimolato, si ricorda ancora il Cile di Salvador Allende, quel delinquente  di Colin Powell che mostrava all’Onu le sue false prove sull’Iraq e sulle sue armi di distruzione di massa chimiche e biologiche. Qui da noi, c’è ancora chi ha abbastanza memoria per ricordarsi i Balcani fatti a pezzi, il Kosovo strappato alla Serbia, la Libia violentata, Gheddafi linciato e l’Egitto col suo presidente legalmente eletto e illegalmente deposto. Qui da noi c’è chi ricorda bene la confessione sfrontata di quel criminale di Wolfowitz, costretto a riconoscere che gli Usa avevano mentito spudoratamente sulle armi di distruzione di massa, che usarono poi per l’ennesima strage.
Lasci stare la Crimea, Barak Obama. Chiuda Guantanamo, piuttosto, se i padroni di cui è servo glielo consentiranno. Gli manca il fegato, ha paura di fare la fine di Kennedy? Si dimetta allora, in segno di vergogna e la pianti con le lezioni di democrazia. I lavoratori e gli sfruttati della Crimea non stanno con Putin e non vogliono la Merkell. Se ne sono andati coi russi perché Gli USA e l’Unione Europea hanno armato mercenari nazisti per destabilizzare l’Ucraina. Lo sanno bene, però: la loro autentica salvezza dipende solo dalla capacità che avranno di organizzarsi e imboccare la via della rivoluzione

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