Notte insonne e pessimo umore. Uno sguardo alla posta e da facebook le solite, mille richieste di voto a sinistra: “L’importanza del voto ligure!”… “Siamo l’alternativa a sinistra, ora puoi scegliere”… “ci interessa un voto che dimostri l’esistenza di questo spazio alternativo all’austerità”…
Finora, me ne sono stato zitto e ho sopportato per istintiva ritrosia e per il rispetto che devo a chi la pensa diversamente da me. Ora però sono stanco. Ogni giorno appelli al voto, ogni giorno un sottile ricatto psicologico: mentre tutto crolla, ti tiri indietro?
Per me tutto è già crollato e siamo all’anno zero.
Mi rifiuto di avere da spartire qualcosa col PD in tutte le sue versioni, anche quella della sedicente opposizione di sinistra che si oppone, si oppone, ma sta bene incollata alle poltrone o se ne va, per “rifondare la sinistra“. Mi rifiuto di avere a che fare con i suoi alleati passati, presenti e probabilmente futuri. Mi rifiuto di avere a che fare con chi qui è contro il PD e lì si presenta come suo alleato. Rispetto le opinioni di chi si sente rappresentato da Fassina, ma chiedo rispetto per la mia opinione. Provo un fastidio profondo per tutti coloro che hanno avuto ruoli dirigenti in ciò che resta della sinistra e pretendono di continuare ad averne dopo la Caporetto annunciata a cui ci hanno condotto.
Per anni sono stato attaccato e irriso, per anni mi si è fatto passare per l’immancabile profeta di sventure, per un deficiente che non capiva nulla o – peggio ancora – per un opportunista che stava facendo una finta battaglia per ricavarne vantaggi personali. Per mettere a tacere i sedicenti “compagni” e per questioni di dignità, ho mollato tutto e non era pochissimo, ho rifiutato la facile via dell’ufficio studi del sindacato, una sistemazione ricca di onori e prebende all’università; sono uscito sbattendo la porta dalla Società degli storici contemporanei e da ultimo, quando è passata la Gelmini, ho rifiutato persino il mio piccolo contratto all’università. Per un attimo mi sono illuso che in Campania, “Maggio” potesse aprire una breccia. Sbagliavo. I soliti “sinistri” l’hanno impedito.
Per favore, non chiedetemi di votare questa gente e non ricominciate con il giochino del “vuoto a sinistra”, delle destre pericolose, del test importante e roba del genere. Fatta salva la buona fede dei militanti, tra le destre più autentiche ci sono per me oggi le attuali sinistre. Tutte. Nessuna esclusa. E’ un’opinione come un’altra e va rispettata, perciò non fate campagna elettorale con me, perché vi cancello dai miei amici. Lo so, non ve ne importa nulla, ma il lo faccio ugualmente.
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Notte insonne e pessimo umore
Posted in Interventi e riflessioni, tagged Caporetto, elezione, Fassina, Pd on 14/05/2015| 4 Comments »
Vi appellate al popolo sovrano e riconoscete il governo che l’ha espropriato?
Posted in Interventi e riflessioni, tagged Alfano, Arfè, Camera dei Fasci e delle Corporazioni, Chiti, Consulta, Costituzione, Fassina, Pd, precari della scuola, Renzi, Sel, Turati, Vendola on 21/03/2015| 3 Comments »
Ho ricevuto il testo di un appello in difesa della Costituzione, un invito a firmarlo e la proposta di partecipare a una iniziativa che intende creare «in ogni regione, in ogni città ed in ogni quartiere, […] comitati unitari di cittadini attivi che organizzino attività di informazione e di divulgazione, coinvolgendo anche la scuola della Repubblica, per rendere consapevole l’opinione pubblica della gravità dei processi in corso ed attivare una effettiva partecipazione popolare ai processi decisionali.
Proponiamo una settimana di mobilitazione, in coincidenza con la celebrazione del 25 aprile, previa intesa con le associazioni partigiane, chiedendo alle associazioni, alle strutture politiche e sindacali, ai corpi intermedi, di aderire al Coordinamento per la democrazia costituzionale, di promuovere iniziative territoriali, e di contribuire a diffondere un manifesto/documento comune su tutto il territorio nazionale».
Mi pareva così naturale firmare, che non ho perso tempo a cercare i promotori. Solo dopo aver firmato, ho scoperto che c’erano anche Fassina, Chiti, e altri campioni del PD. All’amico che mi invitava ho risposto così:
«Non ci sarò. A malincuore, forse, ma per scelta e dopo averci a lungo pensato. Rispondo a te, perché non voglio crearti problemi, ma non avrei avuto alcun problema a rendere pubblica la mia decisione. Lunedì, alla stessa ora si riunisce il Comitato di lotta per la difesa della Scuola pubblica e non intendo mancare. Non ci saranno grandi nomi e nemmeno la direttrice di un giornale che sino alle ultime elezioni politiche tagliava i pezzi di un collaboratore che puntava il dito sul PD e ospitava gli appelli di Bevilacqua per il “voto utile”. Nessuno si accorgerà dei poveri precari, ma mi sentirò meglio con loro, perché, soli e disperati, da tempo urlano inascoltati una verità che, a quanto pare, molti scoprono oggi: la Costituzione antifascista è ormai cartastraccia. Aggiungo solo che dopo aver aderito all’iniziativa, mi vado convincendo che per coerenza dovrò ritirare la mia firma. Ritengo inaccettabile, infatti, la presenza tra i promotori di alcuni parlamentari della sedicente “sinistra PD” e degli eterni “possibilisti” di SEL, nominati grazie all’accordo elettorale di Vendola col PD. Il Partito di Renzi non ha nulla da spartire con la legalità repubblicana e con i valori della sinistra; non a caso, del resto, governa con la feccia di destra guidata da Alfano.
Dopo la sentenza della Corte Costituzionale, considero questo Parlamento privo di ogni legittimità morale e politica. Chi ci è entrato, grazie a una legge dichiarata poi ufficialmente illegale, avrebbe dovuto chiedere lo scioglimento delle Camere e le immediate elezioni con una legge proporzionale e senza premio di maggioranza, come indicava chiaramente la Consulta. Di fronte al probabile rifiuto, non potevano esserci dubbi: occorreva uscire dall’Aula, rifiutarsi di rientrarvi e promuovere iniziative di difesa della Costituzione da quello che in effetti è un colpo di mano autoritario. Nessuno l’ha fatto e nessuno ha trattato o tratta Renzi e i suoi camerati come vanno trattati i delinquenti. Perché di questo si tratta: delinquenti. Si va, si prende posto, si polemizza su questo o quel provvedimento, ma non si contesta radicalmente e senza mezzi termini l’esistenza stessa del governo, la sua illegittimità costituzionale e la sua condotta autoritaria; chiusa – ma sarebbe meglio dire strangolata – la discussione, si vota, come se nulla fosse accaduto, come se non ci trovassimo di fronte a una tragicomica riesumazione della Camera dei Fasci e delle Corporazioni. In queste condizioni si è eletto persino un Presidente della repubblica e i “difensori della Costituzione” hanno votato e applaudito!
Sono disgustato e non m’importa nulla se passerò per “estremista”. Il mio moderatissimo Arfè, negli ultimi anni della vita, si difendeva da quest’accusa ribaltandola: non sono io che mi spingo sempre più sui confini estremi della sinistra, ma gli altri a correre verso destra. Lo so, il paragone Aragno-Arfè è improponibile, ma nella mia piccola dimensione non ho dubbi: sarò un estremista pericoloso, ma non posso fare a meno di dissentire. La mia coscienza mi impedisce di collaborare con chi ancora milita nel PD o collabora col partito di Renzi negli Enti Locali.
Credimi: ogni parola che leggerai mi è costata una terribile fatica, ma ti ho scritto fino in fondo ciò che penso. Non pretendo di aver ragione, però sono troppo stanco e amareggiato per ascoltare le ragioni degli altri. Te lo dirò, perciò, con le parole di Filippo Turati a un suo amico napoletano: “perdonami e fammi perdonare”.
Cari saluti».