Doppo l’asciuta ‘e cape do’ ministro,
Dante, ca sempe è stato
nu poco ‘ntussecuso,
‘a chiesto a Pietro nu permesso breve.
Si ‘o trovo – ‘a ditto –
‘o facci’overamente nuovo nuovo.
Pare ca l’a sentuto
‘o Pateterno e comme niente fosse
‘a murmuliato: si ‘o
truove, damme retta,
fa comme Gesù Cristo
facette ‘cu e mercante for’o tempio;
a stu gnurante senza religione,
tu fallo, pe favore, niro, niro.
Archive for the ‘Poesia’ Category
Dante e l’ignorante
Posted in Poesia, tagged Dante Alighieri, Gennaro Sangiuliano, Gesù Cristo, Pateterno, San Pietro on 16/01/2023| 1 Comment »
Una curva d’ombra
Posted in Poesia on 08/03/2021| Leave a Comment »
Mestizia è una stazione di sera,
un porto nella notte
tra luci tremule su inchiostri salsi;
è un uomo nato solo
che ha un palazzo di pietra preziosa
dove case più fitte è la città.
Mestizia è l’infinita curva d’ombra
d’un fanale deserto
che regala una luce
ad una sventurata,
mentre canticchia inviti indifferenti
all’uomo che soppesa,
resta un attimo in dubbio,
poi nel cono di luce
va, si ferma e fischietta.

Opposti limiti
Posted in Poesia on 23/02/2021| Leave a Comment »
Rari sogni seguire,
stringendo fili d’oro in pugni chiusi.
Giudicare che presso a la burrasca
il mare è assai più vero.
Domandare ed offrire
la luce d’un sorriso
senza starci a pensare,
esser lieto per nulla
e morire d’amore
per un’anima chiara.
Questo tu sognerai.
E però i fili d’oro
talvolta troncherai con le tue mani,
i pugni affaticati si apriranno
e mari cercherai sempre più queti.
Senza troppo pensare, indifferente,
la luce d’un sorriso negherai.
Tra questi opposti limiti oscillando,
verrai, poi andrai, figlio di rari sogni
e di spezzati fili.

Uomo
Posted in Poesia on 30/01/2021| 1 Comment »
Questo silenzio così antico
in una mente stanca,
questa stanchezza dolente
così nuova in un cuore giovane,
questa vita così ostinata
d’uno spirito prigioniero
entro un corpo così crudele,
questa pazzia lucida
– sapere e non sapere,
volere e non volere,
dire e non volere dire –
quest’agonia di giorni
così gonfi d’inutile,
questo stanco stillicidio
d’affetti, sensazioni
– seguire sogni
come uccelli in volo
e conservar parole inutilmente –
questo invidiare arcano
e ad un tempo questo
strano, indicibile temere
negli altri il silenzio della morte,
questo mi fa uomo.
Tutto questo assurdo.

Di notte
Posted in Poesia on 20/01/2021| Leave a Comment »
La canzone del giacobino
Posted in Poesia on 02/01/2021| Leave a Comment »
Nel mercato dei popoli si compra.
Quattro signori grassi e mille magri.
La borghesia fa incetta d’ogni chiodo
e rinforza gli scranni del potere.
Nel mercato dei popoli si vende
e un pane cotto costa una giornata.
La piazza del mercato si rivolta:
tirano i muri sassi alle poltrone.
Nel mercato dei popoli si spara.
Padrone grasso del tuo lardo caldo,
scavati il fosso con la pala d’oro.
La libertà che noi ti strapperemo
merce non è che compri e poi rivendi.
Trema nel petto il cuore tuo di pietra,
nelle tue vene si fa ghiaccio il sangue.
Ci hai vinto secoli. Contro di te
secoli nuovi sorgono e il silenzio
si rompe d’improvviso in mille petti.
Il mercato dei popoli sprofonda
dentro l’oblio dei secoli e la storia,
la storia nostra ricomincia ancora.
Mille e quattro signori. Peso uguale.

Viaggio
Posted in Poesia on 29/12/2020| 1 Comment »
Con lo stupore dolente
d’un viaggio senza fine
lascerò poche carte
e intrichi mai più sciolti.
Ritroverò il mio spazio
in un atomo d’energia infinita
da cui fui tratto a forza
con violenza inaudita
e rimasi lontano non so quanto:
a misurare il tempo non ho appreso.
Poi straziato vedrò
sogni e affetti dissolti.

Omaggio a una combattente
Posted in Poesia, tagged Nicoletta Dosio on 05/01/2020| Leave a Comment »
Nessun giudice sarà mai libero
quanto quel prigioniero
che l’ha costretto a ridurlo in manette,
scegliendo il carcere
in una battaglia di libertà.
Nessuna galera ingabbia pensieri
e la storia ricorda
quelle antiche parole imprigionate,
costate al carceriere
molto più d’una battaglia perduta.
Carceriere carcerato
Posted in Poesia, tagged carcerato, carceriere, umanità on 25/08/2018| Leave a Comment »
L’umanità che vorresti ingabbiare,
carceriere di sogni e di speranze,
è un uccello che vola
sulle ali del pensiero.
Più t’inventi confini,
più l’uccello sconfina,
più va dai monti al mare,
libero di volare,
e i tuoi muri attraversa.
Il prigioniero vero
sei ormai tu, carceriere carcerato,
e una chiave non c’è
che ti liberi il cuore.
Perdona, se i giorni che tu mi hai dato
ho speso come credevo più giusto,
Clòto, se Làchesi spesso ho deluso,
disobbedendo al Fato
che mi aveva assegnato.
Chi più di voi lo sa,
immortali sorelle
nate dalla Giustizia,
che voi, proprio voi, ribelli ci fate
al filo che tessete?
Ora che il tempo mio raggiunto ha il fiume,
prima che ignoto io diventi a me stesso,
Àtropo, tu che alla morte presiedi,
tronca solerte il filo della vita.