Se un padrone che non è in regola con la sicurezza uccide un operaio, teoricamente gli tocca una pena massima di 5 anni. In realtà il peggio che gli può può capitare è una condanna a un anno con la condizionale. La pena di Mimmo Lucano per la sua idea di umanità e solidarietà, equivale, quindi, a quella massima che dovrebbe toccare a un padrone che ha ucciso due o tre lavoratori.
Il punto, però, ora non è se la sentenza sia da considerare “giusta”, perché evidentemente non lo è. Il punto è che il capitalismo riconosce il fascismo come suo modello di organizzazione e governo della società. E’ che il nuovo fascismo, ridotti a carta straccia la Costituzione e a un inutile fastidio il Parlamento, comincia purtroppo a gettare la maschera.

Una notizia che rappresenta benissimo questi tempi scivolosi. Siamo su un piano inclinato che porterà verso un’implosione di senso, la cancellazione dei diritti costituzionali, la compromissione irreversibile dell’ambiente. Sono molto preoccupata.
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Preoccupazione pienamente condivisa.
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Egregio professore,
mi piace riandare col pensiero a “Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi”; quanto è attuale!
Le masse contadine sono state sempre escluse dal progetto del Paese e dalla Storia se non per i guai che hanno dovuto subire. I politici tutti erano stati avvertiti da chi le masse contadine le aveva frequentate perché fra loro era vissuto a lungo e le aveva capite. Pur nella differente esperienza che avevano vissuto le tre macrozone del paese -Nord, Centro, Sud- la situazione era comunque tale che: “Noi oggi non possiamo prevedere quali forme politiche si preparino per il futuro: ma in un paese di piccola borghesia come l’Italia, e nel quale le ideologie piccolo-borghesi sono andate contagiando anche le classi popolari cittadine, è probabile che le nuove istituzioni che seguiranno al fascismo…e anche le più estreme e apparentemente rivoluzionarie fra esse…ricreeranno uno Stato altrettanto, e forse più, lontano dalla vita, idolatrico e astratto, perpetueranno e peggioreranno, sotto nuovi nomi e nuove bandiere, l’eterno fascismo italiano. Senza una rivoluzione contadina, non avremo mai una vera rivoluzione italiana, e viceversa…una nuova forma di Stato che sia anche lo Stato dei contadini.” (C. Levi Cristo si è fermato a Eboli)
E a leggere “M/il figlio del secolo” di Antonio Scurati, si arguisce che il fascismo è salito al potere per la stupidità e l’incapacità di una classe politica inetta e cialtrona dal momento che le istituzioni dello Stato, il governo nonché i prefetti e le forze dell’ordine (per esempio a pagg. 72 e 154) simpatizzavano per i fascisti fin dal 1919 che è l’anno in cui essi cominciano le loro brutali azioni. Se consideriamo l’Arma dei carabinieri, più volte citata nel libro, posso aggiungere che lo storico Giuseppe Aragno, riferendosi al noto caso dei nostri tempi di Stefano Cucchi e di altri sventurati come lui, ricorda che l’Arma dei carabinieri era tanto presa dal vecchio regime fascista e monarchico che ci fu una proposta di scioglimento del parlamentare ”azionista” Guido Dorso: «grande meridionalista che conosceva bene la nostra storia e non usò mezze parole: se vogliamo costruire davvero una democrazia, sostenne Dorso nel 1945, occorre sciogliere l’Arma dei carabinieri». (G. Aragno L’Arma dei carabinieri e la democrazia malata 26/07/2020)
Qui, però, è opportuno dare una maggiore evidenza a quella denuncia di Carlo Levi inserendola in un contesto storico che appieno giustifichi «l’eterno fascismo italiano» che ancora ci assilla con la sua inciviltà.
Scrive Umberto Eco in Il fascismo eterno che la prima caratteristica del fascismo è il culto della tradizione. La religione cattolica costituiva un fattore di unità della nazione per il fascismo che, come regime politico, aveva fatto una scelta confessionale. Non c’è dubbio alcuno che, presso di noi, il cattolicesimo è la tradizione che più ha impregnato di sé le sorti del paese e che tuttora ne condiziona pervicacemente le vicissitudini politiche e sociali. Ciò dobbiamo alla presenza di uno Stato teocratico ed extracomunitario nel territorio del nostro Stato: lo Stato della Città del Vaticano. Uno Stato che è un monstrum istituzionale in quanto metà Stato, con tutto ciò che ne consegue in termini di organizzazione, e metà ente religioso estero plutocratico esteso su tutto il globo. Uno Stato straniero che mai è stato seriamente condizionato e controllato nelle sue azioni politiche e sociali che svolge all’interno del nostro Stato; grazie ad una classe politica di cialtroni abbiamo dovuto sopportare sempre le sue ingerenze: così come i cattolici «per volontà di don Sturzo, nella primavera del ’22 hanno sbarrato la strada al ritorno di Giolitti spianandola ai fascisti» (pag. 646). E ciò facciamo anche se in una democrazia costituzionale l’identificazione dello Stato con una religione non è consentita. La presenza massiccia, incondizionata e pervasiva della chiesa cattolica e delle sue varie e numerose filiazioni, è la fonte di molti nostri problemi sempre attuali che si materializzano nell’eterno fascismo italiano. Ecco perché abbiamo una scuola di classe anziché una scuola democratica, una spesa pubblica appesantita in modo grave da regalie varie alla chiesa, un perdurante patriarcato padre della ordinaria violenza di genere, una corruzione endemica e dilagante, una sessuofobia diffusa, una negazione costante della laicità dello Stato e delle sue istituzioni, un rifiuto perenne dello spirito critico, un tradimento continuo della Costituzione, una gestione dell’ordine pubblico e di quello carcerario in perfetto fascistissimo stile, che consente, oltre a pratiche di ordinaria barbarie, financo di conseguire impunemente raffinate operazioni di macelleria messicana e, ancora, come fece il fascismo anche noi con la post-democrazia abbiamo eliminato la festa del XX settembre, ma senza il coraggio di dirlo apertamente, in modo ufficiale: cioè la classe politica della post-democrazia ha una carica di vigliaccheria e di falsità e di ipocrisia che i gerarchi fascisti non dimostrarono per la stessa occasione.
Viviamo in tempi pericolosi, anche perché quel poco di democrazia che avevamo conquistato, l’Europa ce l’ha rubata.
Mi scusi per la lunghezza del commento.
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Nulla da scusare. E’ acuto e pienamente condivisibile.
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