Nel 2021 la spesa militare italiana si è attestata a 24,97 miliardi di euro, con un aumento dell’8,1% rispetto al 2020 e del 15,7% rispetto al 2019. La parte del leone è toccata all’acquisizione di nuovi sistemi d’arma, che probabilmente governo, parlamentari e il generale penna bianca pensano di utilizzare in una grande battaglia campale contro il Covid.
Per la formazione ci siamo dissanguati: abbiamo speso 963 milioni di euro! Per la salute ridotta alla canna del gas, si è pensato di attendere l’effetto che le costose armi acquistate avranno sui virus e si è perciò segnato il passo; per il 2021 è prevista una spesa nata nel segno dell’attesa: 1 miliardo e mezzo.
Dopo aver fissato questi numeri, il manicomio criminale che chiamiamo governo, si è posto il problema del futuro; attribuita agli insegnanti non vaccinati la colpa di un’eventuale ripresa della pandemia, li ha messi alla porta, privandoli dello stipendio.
Mentre la scienza scopre che due dosi di vaccino somministrate a sedicenti politici possono avere come effetto collaterale una grave forma di demenza fulminante, il Paese si chiede se esistano vie pacifiche per liberarsi di un governo menomato dal vaccino. Soluzioni finora non se sono ancora trovate, ma la carità di patria ha sconsigliato di trattare il governo come l’assessore leghista ha scelto di fare, sparando a un immigrato. La gente non è per la violenza. Qualcuno, però, esasperato, pensa che avanti così non possa andare e suggerisce di provare almeno con una terapia di docce scozzesi.

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