Mestizia è una stazione di sera,
un porto nella notte
tra luci tremule su inchiostri salsi;
è un uomo nato solo
che ha un palazzo di pietra preziosa
dove case più fitte è la città.
Mestizia è l’infinita curva d’ombra
d’un fanale deserto
che regala una luce
ad una sventurata,
mentre canticchia inviti indifferenti
all’uomo che soppesa,
resta un attimo in dubbio,
poi nel cono di luce
va, si ferma e fischietta.

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