Con lo stupore dolente
d’un viaggio senza fine
lascerò poche carte
e intrichi mai più sciolti.
Ritroverò il mio spazio
in un atomo d’energia infinita
da cui fui tratto a forza
con violenza inaudita
e rimasi lontano non so quanto:
a misurare il tempo non ho appreso.
Poi straziato vedrò
sogni e affetti dissolti.

Caro Geppino sempre profondo.