Il Covid c’è, ma non fa più paura. Ti accorgi che vive tra noi per i numeri altalenanti, comunicati ormai frettolosamente e a mezza voce, per i contagi decisamente diminuiti però mai spariti e i morti che se ne vanno nell’indifferenza generale e il fastidio di chi in questa terribile vicenda si è sempre preoccupato anzitutto degli affari che vanno a rotoli.
A marzo l’Antartide ha toccato i 28 gradi e a fine giugno il termometro all’Artico ha segnato 38 gradi, noi però non ce ne siamo accorti. Affrontare urgentemente la battaglia contro il degrado ambientale sarebbe necessario, ma non vuole farlo nessuno, perché bisognerebbe mettere a rischio affari e profitti. E questo, per l’imperante religione neoliberista, è una gravissima bestemmia.
E’ giunta la stagione balneare. I motori delle barche e gli scarichi delle fabbriche hanno cancellato i delfini e il mare pulito, ma si finge di non saperlo perché le fabbriche sono veleno, ma anche lavoro e l’abbronzatura è sacra e produce quattrini in quantità.
A settembre in molte parti d’Italia ci saranno le elezioni regionali e non ci sono dubbi: la maggior parte della gente che voterà, sceglierà i responsabili dello sfascio e bisogna riconoscerlo: chi ha lungamente lavorato per distruggere scuole e università e trasformare i cittadini in consumatori e figli della pubblicità è stato bravissimo.
Il covid c’è, ma non fa più paura, così come non fanno paura i ghiacciai disciolti, le stagioni cancellate, il clima impazzito e la miseria che cresce in maniera esponenziale. Questo impazzimento oggi è ormai la mortale normalità e il sonno della ragione non è mai stato così profondo. I sacerdoti del capitale gongolano, eppure è evidente: in questo apparente trionfo della barbarie ci sono inevitabilmente i germi da cui nascerà un cambiamento radicale e profondo.
Un cambiamento che costerà purtroppo lacrime e sangue.
38 gradi all’Artico!
09/07/2020 di giuseppearagno
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