Quando quel maledetto convegno sul fascismo terminò, non ne potevo più. Invitato come ospite, l’avevo scoperto solo quando era iniziato: i relatori, anche quelli italiani, parlavano esclusivamente in inglese e non c’era traduzione simultanea, perché, mi avevano spiegato con falsa cortesia, “è una lingua che ormai tutti gli storici capiscono certamente”. Senza scompormi, avevo risposto che le regole hanno sempre un’eccezione e mi ero seduto al posto che mi avevano indicato.
La giornata fu lunga, noiosa e sonnolenta. Non capii una parola, ma mi rassegnai. Grazie alla bontà di un giovane ricercatore, seppi che l’ultima comunicazione aveva un titolo che trovai decisamente sconcertante: “Il Fascismo regime inclusivo”. Ci misi un po’ a capirlo, poi mi convinsi che non sbagliavo: da giovane, lo storico che stava parlando era stato un militante convinto della sinistra estrema rivoluzionaria e bolscevica. Riscosse consensi unanimi e concluse l’intervento ricevendo l’abbraccio plateale di un gigante che per poco non lo stritolò. Il ricercatore gentile, notando il mio sguardo stupito, mi disse che il colosso era un “maestro” americano. Alzai le braccia in segno di resa e il ricercatore mi regalò un sorriso decisamente enigmatico.
Se non vi siete annoiati e volete proseguire, ecco il link che vi parta a “Canto Libre”:
Grande!!!! Ancora rido! Della loro supponenza e della tua genialata. Boccaccio ti avrebbe infilato preciso preciso nel suo Decamerone 🤣
👏👏👏 grande ❗
Fantastico!
Divertentissimo, grande Geppino!
L’ha ripubblicato su My Blog.
E’ una grande lezione di vita.
Grande soddisfazione! E questo fascismo inclusivo, si è poi saputo cosa include?
E’ una delle tante formule che utilizzano i “rivalutatori” del fascismo.