Credo di poterlo dire senza temere smentite: mi sono battuto a viso aperto perché «Potere al Popolo!» diventasse quello che è e tornerei a farlo. Quando si è trattato di scegliere tra due concezioni della politica, sono stato tra i più duri con la vecchia sinistra, ho attaccato senza mezze parole Rifondazione e non ho avuto dubbi nemmeno quando si è trattato di rompere i rapporti politici con Luigi De Magistris, un amico, un uomo che stimo e che, tuttavia, provava a costruire una coalizione estranea alla sua storia e inconciliabile con la visione della politica da cui siamo nati.
Per ragioni di coerenza, pur essendo convinto che l’isolamento sarebbe stato un peso estremamente gravoso, ho ritenuto che nelle condizioni in cui versa il Paese, ci toccasse l’obbligo morale di presentarci alle elezioni: eravamo l’unica forza che affrontava la battaglia dal punto di vista delle classi subalterne con la capacità di assumere una posizione propositiva.
Sarei rimasto di quest’avviso, se sul filo di lana una trattativa avviata e condotta dal nostro Coordinamento con demA e in prima persona con De Magistris, non avesse dato risultati inattesi e soprattutto estremamente positivi. A demA abbiamo posto quattro condizioni che riassumono il punto di vista di «Potere al Popolo!» sull’Europa, indicano i suoi riferimenti e le sue ricette. Tutt’e quattro le condizioni sono state accettate e questo per me ha un valore enorme. Dimostra che una sinistra autentica, che sa cosa vuole e ha il coraggio di osare, non solo è in grado di spostare equilibri, ma ha spazi da occupare.
Conosco De Magistris, è mio amico, lo stimo e gli credo. Per quanto mi riguarda la sua scelta cancella d’un sol colpo le ragioni per cui eravamo giunti alla conclusione di presentarci da soli e ci consente di prendere posizione là dove le nostre idee possono parlare non solo ai militanti. Si apre un processo, si creano occasioni e le nostre proposte diventano strumenti di egemonia.
Per essere coerenti ci vuole coraggio e a noi non è mancato. Abbiamo messo in campo un’organizzazione autonoma, nuova e adeguata agli obiettivi che si propone. Ora ci vuole di nuovo coraggio: quello di fare alleanze. A me questo coraggio non manca, perciò, nel pieno rispetto di chi la pensa diversamente, darò il mio voto all’alleanza con Luigi De Magistris. E lasciatemelo dire: questa scelta allontana per ora un’immagine che farebbe bene solo alle destre: un dibattito tra due trincee nemiche, una con Viola Carofalo e l’altra con Luigi De Magistris.
La situazione è cambiata: io voto l’alleanza con De Magistris
25/01/2019 di giuseppearagno
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