A gennaio avrò 73 anni. Ho lasciato per strada tanti compagni, alle spalle ho il mio mondo sconfitto e non mi resta tempo. Se hai vissuto come volevi, però, se sai che, tornando indietro, faresti più o meno quello che hai fatto, la vecchiaia non ti pesa. E’ la naturale compagna della vita che tramonta e si sa: per tutti giunge la notte che non porta l’alba.
Quello che rende molto pesante quest’ultimo percorso è la sensazione di straniamento che, più passa il tempo, più si fa viva, dolorosa e soffocante. Non avrei mai creduto di dover chiudere in un mondo come quello che mi circonda. E’ un mondo nel quale non mi riconosco. Le idee per cui ho lottato, la società che pensavo stessimo costruendo, non ci sono più. Mi sento come un viaggiatore che scende da un treno alla stazione sbagliata e non riconosce i luoghi, le persone e la parlata. Una sorta di sopravvissuto cui mancano persino le parole per descrivere ciò che prova. Questa non è la solitudine che solitamente si accompagna alla vecchiaia. E’ molto di più e molto peggio.
Da novembre, però, è accaduto qualcosa che mi ha aiutato a vivere, mi ha restituito la curiosità di un tempo, il desiderio di capire, la forza di lottare. Forse sono un illuso, forse con gli anni non sono più grado di leggere la realtà, ma da novembre ho vissuto così, con una passione che avevo smarrito, con l’entusiasmo di una giovinezza che non c’è più. A farmi questo regalo è stata l’idea da cui è poi nato Potere al Popolo.
Quando Salvatore Prinzi mi ha chiesto se volevo dare una mano, mi sono spaventato: sono vecchio, ho risposto, che vuoi che faccia? C’è voluto poco, però, per convincermi e non è stato solo perché a Salvatore voglio bene. E’ che quella idea che pareva folle, quella sfida che poteva sembrare irrazionale, mi è sembrata la sola risposta possibile alla tragedia che si scorgeva dietro le quinte della storia. La risposta a un presente che si rifiutava di diventare futuro e si faceva passato. Il neofascismo al governo era già lì, bastava poco per vederlo.
Non dirò cosa è stata la campagna elettorale nel gelo e con i mezzi che avevamo. Delle difficoltà non mi sono accorto. Dirò dei compagni giovani e non più giovani che ho incontrato in quei mesi. Erano in tanti e avevano tutti negli occhi una speranza. Che non si potesse vincere lo sapevamo. Contava però, era preziosa, quella scintilla riaccesa, quel fuoco che tornava a brillare nel buio, come se chissà quale antica Vestale l’avesse difeso nel tempo. Non dimenticherò le assemblee romane, il comizio conclusivo a Piazza Dante e quella convinzione che mi era cresciuta dentro e non ho più perso: c’è bisogno di Potere al Popolo, c’è bisogno che quella idea si realizzi. Risveglia sogni e speranze, conduce alla lotta chi non lottava più.
Ho vissuto i mesi seguenti il voto, quelli delle trattative tra le forze che avevano partecipato alla fase iniziale della nascita di Potere al Popolo con pazienza, fiducia e rassegnazione: ci vuole del tempo mi sono detto, è naturale. Mi sono trovato ai margini, ho capito che ai “cani sciolti” toccava pazientare e l’ho fatto con buona volontà e con fiducia. Ho voluto credere a tutti e a tutti ho fatto spazio.
Ora che il fascio-leghismo ci toglie l’ossigeno, non si può più aspettare, però, e lo dico senza mezzi termini e senza false ipocrisie: il tempo è scaduto. Tutti hanno avuto modo di difendere le proprie idee e posizioni e ora è necessario che Potere al Popolo dia a se stesso la struttura che si è delineata nelle assemblee e nel dibattito. E’ tempo di consentire a tutti quelli che credono nella sua funzione politica di vederlo nascere come organismo autonomo.
Non lo dico perché così sarò meno vecchio. E’ che Potere al Popolo per me è la risposta da sinistra al problema storico che ci pongono i Cinque Stelle e allo stesso tempo la prova che esiste un inganno che va smascherato: la sinistra esiste, vive e può avere consistenza. Così come purtroppo esiste e governa la destra. Una destra estrema.
Contropiano, 10 agosto 2018
Articolo bellissimo. E pienamente d’accordo su quel ” non c’è più tempo”, adesso bisogna agire.
Caro professore, come capisco la sua posizione di settantatreenne, riuscirà ad immaginare la mia di ottantaduenne? Certo, non c’è più tempo!
La ringrazio per la spinta di fiducia che mi ha dato con il suo articolo.
Mi scusi la confidenza di quel “caro” che non vuole mancarle di rispetto, ma solo condividere la sitiuazione ed il pensiero.
Non si scusi, caro Padovan. Va benissimo così.
Concordo totalmente con Giuseppe
Ovvio che anche l’età conta ma, come giustamente diceva Aragno, purché nuova e onesta e di sinistra – vera sinistra- è l’idea, la nuova forza, nuova e di popolo, nuova e dal basso, ebbene, forte sarò anch’io e nel mio piccolo, darò il mio contributo
Bello e condivisibile l’articolo, però una forma più strutturata di Potere Al Popolo pur necessaria, è un passaggio che presenta anche delle incognite
Onestamente non so bene quale sia la forma abbozzata nelle assemblee, e che andrebbe al più presto realizzata (sarebbe interessante se il prof Aragno ci desse qualche informazione aggiuntiva)
Credo però che a nessuno possa sfuggire come qualche coordinamento interno a Potere Al Popolo, presumo formato dai piccoli partiti eredi di rifondazione comunista, qualche incognita la ponga
Nella nuova forma di Potere Al Popolo, potrebbero ripresentarsi alcuni vizi deleteri per il nostro campo, che hanno connotato gli anzidetti partitini e soprattutto la loro casa madre Cossuttiano-Bertinottiana
Ovvero, una certa tendenza a pensare che solo la presenza nelle istituzioni, governo centrale come enti locali, permetta di fare politica (la politica del meno peggio) . Questa pratica non ha impedito l’ascesa di Renzi nel campo di centosinistra, e l’emergere dell’ opzione fascioleghista piu in generale
La stessa stessi 5 stelle dimosta che una opposizione consistente e (seppur non nel loro caso) seria, si costruisce con una opposizione credibile cioè rinunciando ai compromesso finalizzato a qualche piccola poltrona di potere
Oggi comunque il problema è molto ridimensionato data la quasi scomparsa del centrosinistra, e dal fatto che a mio avviso il governo legastellato non durerà lo spazio di niente (come molti dicono per consolarsi).
Una prima verifica la avremo alle elezioni locali, occasione più ghiotta delle politiche per i ras delle tessere e del compromesso senza principi che che anche nel nostro campo non sono mancati. Lo dico da elettore di potere al popolo
PS Ad es, perchè il reddito di cittadinanza, più volte proposto da rifondazione in versione più seria, è stato capace di calamitare voti solo nelle mani dei 5 stelle ?
Non si può pretendere di essere presi sul serio quando si propongono misure indigeste ai propri alleati di governo, sembrano manfrine acchiappacitrulli
L’età non mi consente di avere un ruolo attivo nel processo di crescita di Potere al Popolo, ma ne sono stato e ne resto un convinto promotore e sostenitore. Non ho tempo per una risposta articolata, come meriterebbe il commento. In estrema sintesi, dirò che Potere al Popolo sta cercando di darsi un’organizzazione che eviti i rischi indicati da Armando. Io non ci sarò, ma dal 24 al 26 agostro è in programma un incontro che consentirà una discussione dei principali temi e credo che si giungerà poi a un Congresso fondativo in cui ogni iscritto valga un voto e dal quale nascano le scelte programmatiche e un gruppo dirigente. In ogni caso ecco due link che dovrebebro essere più chiari di me:
https://poterealpopolo.org/events/pap-camp-2018/
https://poterealpopolo.org/ci-siamo-adesioni-campeggio-opposizione-i-prossimi-passi-di-potere-al-popolo/