Da giudice della Consulta, Mattarella si è mosso in modo che non è facile capire e giustificare a livello etico. Dopo aver dichiarato incostituzionale la legge elettorale del leghista Calderoli, ha accettato, infatti, di farsi eleggere Presidente della Repubblica da un Parlamento figlio di quella legge. Un Parlamento, quindi, privo di legittimità morale. Né, dopo la sua elezione, ha poi sciolto le Camere su cui pesava come un macigno la sua sentenza.
Oggi rifiuta di nominare ministro un economista che gli è stato proposto, come prescrive la Costituzione, da un Presidente a cui ha dato l’incarico di formare un governo. Un uomo, si badi bene, che è già stato ministro in un governo presieduto da Ciampi e che ha la piena legittimità giuridica e morale per assumere il suo incarico.
E’ vero, la Costituzione assegna a Mattarela il compito di nominare i ministri che gli vengono proposti, ma non è scritto da nessuna parte che un governo si debba formare in coincidenza con le opinioni politiche del Presidente della Repubblica e nemmeno che debba impegnarsi al rispetto di trattati internazionali che la maggioranza parlamentare, regolarmente eletta, ha scelto programmaticamente di mettere in discussione. Gli elettori, infatti, l’hanno eletta proprio perché vogliono che lo facciamo.
C’è bisogno di dirlo? Un Presidente della Repubblica non può giudicare e contrastare ciò che il popolo sovrano ha deciso votando. Di quel popolo, infatti, egli è solo al servizio.
Ciò che sta accadendo in questi giorni dimostra, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che in Italia la democrazia è moribonda e poiché a ogni azione corrisponde fatalmente una reazione, è sempre più evidente: il regime che tenta di sopravvivere a se stesso, sta rinforzando inconsapevolemente (?) e pericolosamente gruppi politici già di per sé pericolosi. Il rischio è che si torni a votare e gli elettori, giustamente inferociti, regalino a Salvini e soci un consenso così largo, che il nuovo regime sarà peggiore di quello che avremmo avuto, se Mattarella si fosse limitato a fare semplicemente ciò che la Costituzione gli impone. E per favore non tiriamo in ballo Einaudi e Previti: la situazione è troppo seria per raccontare barzellette.
Il regime che c’è e quello che verrà
27/05/2018 di giuseppearagno
IL PROF. CONTE HA RIMESSO IL MANDATO ALLO SCIUSCIA’.