Riuscirò a terminarlo? Non lo so, non conosciamo quanto tempo ci è dato e un libro prende la parte di te che gli occorre. Se potrò, gli darò ciò che chiede. Oggi non ho scritto. Ho trascorso un’intera giornata a riflettere su pochi righi di quella che a me pare una bellissima scoperta. Scugnizzi, si dice, lazzari che per una volta si sono trovati dalla parte giusta. Ma com’è stato possibile scrivere tante sciocchezze per settant’anni? Un’idea ce l’ho, ma la tengo per me e senza commentare riporto una nota di polizia. Luglio 1945. In vista del referendum istituzionale, ci si organizza. Qualcuno, dopo lunghe riunioni e attente valutazioni, va dal notaio e registra la nascita di un partito. Sono combattenti delle Quattro Giornate di Napoli, scugnizzi, secondo le chiacchiere spacciate per storia o, per dirla con i tedeschi, protagonisti di una rissa tra prostitute e papponi. I tedeschi non hanno mai spiegato da quale parte stavano loro, ma questo è un dettaglio trascurabile. I fascisti hanno fatto di peggio: per loro non è accaduto nulla, nemmeno la rissa e gli storici repubblicani non sono molto più avanti dell’arroganza tedesca e della malafede fascista. I documenti, che negli archivi attendevano solo di essere letti, raccontano un’altra storia e io sono orgoglioso di essere napoletano. Eccolo qua il documento. Subito dopo il referendum, a luglio del 1946, la neonata repubblica mostrò la sua parte peggiore – o la sua reale natura? – e la polizia mise a tacere i lazzari, diventati improvvisamente autentici combattenti. Importa poco da che parte fossero.
Questo il nome: «Partito Patriottico Democratico Difesa del Mezzogiorno». Questo il programma: «Autonomia economico-amministrativa del Mezzogiorno, giusto il vecchio confine dell’ex Regno borbonico, primo passo verso una confederazione italica (Stati Uniti di Italia), da servire a modello di una confederazione europea (Stati Uniti d’Europa). Primi obiettivi: restituzione ai gloriosi Banco di Napoli e Banco di Sicilia delle rispettive loro riserve aure, depredate dal fascismo in pro della Banca d’Italia (nonché la restituzione dell’intero residuo ammontare del ricavato della vendita dei beni demaniali di manomorta dell’ex Regno delle Due Sicilie in £ 4.105.000), in esecuzione della legge Minghetti; lo stanziamento dell’ultimo prestito sottoscritto nel Meridione per la costituzione di un primo fondo destinato alla esclusiva ricostruzione del Mezzogiorno e l’assegnazione dell’intero gettito delle imposte pagate dai contribuenti meridionali, per sopperire alle esigenze del solo bilancio meridionale; ricostruzione del Sud, piena libertà di scambi interni; libero commercio estero, rinascita dell’industria turistica, tutela per artigianato, agricoltura, industria e commercio; unioni libere di lavoratori e datori di lavoro; riconoscimento e sostegno per i combattenti delle “Quattro Giornate”, assistenza reduci, riforma dell’istruzione, tutela della famiglia, libertà di culto, pensiero, parola, stampa e associazione».
1947. un ignoto archivista della Pubblica sicurezza annota: «Il partito fu sciolto subito dopo il referendum, per provvedimento di polizia». Cercatelo in un libro questo programma e questo partito…
Nei libri ci sono gli scugnizzi, la rabbia, l’esplosione tellurica…
Gentile Professore,
grazie per quanto ha qui scritto circa i Suoi studi.
Da giovane, nella mia ingenuità, non comprendevo bene perché, nonostante “Casse del Mezzogiorno” ed affini, lo sviluppo del Sud, sempre cercato (a parole), non decollasse mai veramente.
Adesso, per quanto mi permettono i miei occhi, i contorni del quadro mi appaiono un po’ più nitidi.
Anna