Leggo con amarezza le considerazioni di Ilaria Cucchi, la sorella del povero ragazzo ucciso dalla polizia, dopo che i giudici hanno nuovamente assolto gli imputati per la morte del fratello.
“C’è qualcuno che può spiegarmi tutto questo?”, chiede la donna, dopo che in tribunale il fratello è stato nuovamente ucciso. Per carità, chi lo nega? I giudici hanno deciso in base a una perizia, i periti in nome della scienza, le carte sono in regola e ci mancherebbe che non lo fossero. Il fatto è che storicamente il circolo vizioso che condanna le vittime e assolve i carnefici, l’associazione a delinquere che si chiama «potere costituto» e si difende con l’insieme di comportamenti omertosi e criminali che si definiscono “ragion di Stato”, sono un problema politico. Non puoi sperare di risolverlo nei palazzi della Giustizia di classe e nei tribunali dove la legge non è mai uguale per tutti.
Secondo i periti, Cucchi era moribondo già molto tempo prima che fosse arrestato. Gli scienziati non spiegano come facesse a vivere e a frequentare persino la palestra: nella perizia non c’è scritto, ma gli scienziati credono evidentemente che i miracoli possano accadere. I giudici, a loro volta, credono ai periti, alla loro scienza e ai loro miracoli. La loro scienza – quella dei giudici e quella dei periti – produce la sentenza che è un esempio perfetto di legalità senza giustizia. Una legalità rispettabile come lo furono ai loro tempi il Sant’Uffizio, i giudici che mandarono al rogo Giordano Bruno, i tribunali fascisti e gli scienziati della razza. Di riflessioni su queste cose la nostra scuola un tempo le faceva e non si trattava solo di programmi. Di queste riflessioni la scuola viveva. Ora no. La “buona scuola” di questo governo illegittimo e criminale costruisce servi e bestiame votante. Non accende intelligenze, le spegne. Ora ha un “capo” con potere ricattatorio, ha scomunicato Eraclito, bandito il conflitto e incarcerato il dissenso. Ha trasformato in scienza dell’educazione il più reazionario dei messaggi di Cristo: se ti danno uno schiaffo, porgi l’altra guancia. La scuola oggi prepara alla assegnazione e non distingue i partigiani dai terroristi.
Perché stupirsi della sentenza dei giudici? La Magistratura e la polizia hanno la loro storia. Mi spaventa piuttosto l’indifferenza della gente e forse la risposta alla domanda dolente di Ilaria Cucchi è tutta lì, in quella indifferenza. Sentenze come questa sono possibili perché chi le pronuncia sa che poi non accade nulla, che la gente non si ferma per protesta, le piazze non si riempiono per manifestare dissenso. Ognuno continua a vivere la propria vita come se nulla fosse accaduto. Vi immaginate che accadrebbe se, dopo una sentenza come questa, nessuno andasse a lavorare e si fermassero i treni, gli aerei, la distribuzione? Oggi, domani, dopodomani. A tempo indeterminato. Sindacato o no, fino al licenziamento degli autori dello scempio. Lo so, non accadrà mai, ma io mi ricordo anni in cui ci si è andati vicini. Anni in cui i lavoratori difendevano le scuole e le università e gli studenti sostenevano le fabbriche e i lavoratori. Insieme, studenti e lavoratori, erano il baluardo dei diritti. In quegli anni la scuola insegnava a ragionare con la propria testa e i lavoratori conoscevano il valore della solidarietà e la storia dei diritti.
Se ci penso, una risposta la trovo: la polizia può uccidere Cucchi quante volte vuole perché da anni i governi capitalisti hanno ucciso la scuola e le università. E glielo abbiamo lasciato fare. E allora sì, è vero, non sono stati solo poliziotti, giudici e periti a uccidere Cucchi e non sono i padroni i soli e forse i veri colpevoli della infinita sequela di lavoratori uccisi dal lavoro. Sono colpevole anch’io. Ho consentito che tutto questo accadesse.
Fuoriregistro, 8 ottobre 2016
Certe volte lei si meriterebbe di ricevere:
1) il premio nobel, per l’analisi funzionale della società,
2) il premio dante alighieri, per l’approfondimento di ciò che nella vita civile significa seguire virtu e conoscenza, rispetto all’appiattimento bruto sull’esistente,
2) il premio Luigi Pintor, per la capacità di collegare il particolare ed il generale nella bellezza plastica di un breve articolo.
4) il premio Mandrax, per la capacità di far tornare il buon unore esistenziale, e per una giornata intera, a chi abbia letto un suo post.
Anzi, anche se non ho alcun titolo per farlo, glili assegno io, dal momento che dati i rapporti di forza che vigono attualmente nella società, è difficile che ggleli assegni la classe dominante
Caro, Armando, mi pare un po’ troppo, ma la ringrazio.
Gentile Professore,
quest’ “affaire” giudiziario lascia esterrefatti per la palese impudenza.
Penso al povero Giacomo Matteotti. Penso al povero Giuseppe Pinelli.
Nella Scuola pubblica italiana, nel frattempo, docenti senza vergogna e sempre più proni – com’era prevedibile, conoscendo bene la categoria – per compiacere il dirigente scolastico, si affannano a realizzare pretenziosi “progetti” di ogni tipo, in classi di studenti che stanno perdendo le più semplici capacità di leggere, scrivere e far di conto. Altro che pensiero critico.
Realisticamente, il sistema mi sembra irriformabile. E’ una “Waterloo” morale e culturale. Mi sembra che resti soltanto una dolorosa “ritirata”.
Anna
Spero di sbagliare, cara Anna, ma temo chi il fondo non l’abbiamo ancora toccato. Auguriamoci che non vinca il sì al referendum di dicembre.
Giuseppe
Professore,
io mi auguro che non “facciano vincere il si”.
A Lei, auguri irriducibili di bene.
Anna
Speriamolo, Anna. E auguri di tutto il bene possibile anche a lei.