Ieri a Napoli Renzi si è presentato come la controfigura del duce, circondato dai ras e protetto da teppisti in divisa, che hanno scambiato l’Italia per una repubblica delle banane. Ancora una volta gli è andata male, ma è troppo ignorante per sapere che al suo penoso modello non andò meglio quando giunse alle Cotoniere Meridionali, a Poggioreale, e fu accolto dal silenzio ostile dei lavoratori.
Ieri il sindaco non gli ha voluto parlare e oggi la stampa dei padroni, la sola che c’è da noi, e i papalini più papalini del Papa, tirano fuori dall’armamentario delle scemenze le solite chiacchiere sull’isolamento e sugli interessi della città traditi. Lo sanno tutti, ma fingono di non saperlo: a Renzi di Napoli non importa nulla e se De Magistris gli parlasse, non cambierebbe niente. Renzi vuole assicurare affari sporchi agli amici e tenterà di far fuori De Magistris comunque. Se parleranno o se staranno zitti.
Renzi è un analfabeta di valori, ambizioso e avido di potere. Non è legittimamente Presidente del Consiglio. Non può esserlo. La sua maggioranza, come tutti gli attuali parlamentari, ha sulle spalle il peso di una sentenza della Consulta: la legge elettorale che li ha condotti in Parlamento è incostituzionale. De Magistris non sbaglia se rifiuta il dialogo,. L’errore, se un errore c’è, è che non glielo dice chiaro. Questo sarebbe rovesciare il tavolo: dirgli chiaro, che non lo riconosci, perché non ha alcuna legittimità. Non si tratta di accettare il dialogo. Qui è in discussione la legalità Repubblicana. Bisognerebbe che questo fosse chiarissimo. Napoli non riconosce abusivi e portoghesi. E bisognerebbe andare al referendum su questa linea: no a un imbroglione e ai suoi servi nominati. In quanto ai numeri dell’opposizione, non decidono ragioni e torti. Anche gli antifascisti erano minoranze sparute, ma avevano ragione. Chi ha a cuore la democrazia, non consigli al sindaco un inutile realismo e non tiri fuori gli interessi della città e di noi napoletani, che non abbiamo bisogno di dialogare con cialtroni e proconsoli della troika. Dovesse cedere, De Magistris farebbe male a se stesso, alla città e al Paese. Aiutiamolo a tenere duro, convinciamolo a fare una campagna per il No e vinciamo il referendum. È l’ultima spiaggia. Avanti così allora, e basta divisioni tra gruppi, perché indietro non si torna. Abbiamo un appuntamento: il referendum. Andiamoci uniti e mandiamo a casa questi banditi.
Caro Giuseppe
ogni giorno
aspetto
da lei
notizie su Napoli e il suo sindaco
non mi posso più fidare di una stampa “serva”
qual è quella italiana
quindi
grazie
come sempre
Carla Giulia
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Si, renzi non potrebbe mai tradire i poteri anche nazionali che vogliono speculare a bagnoli, perche e gente di quel genere che lo sostiene e lo ha messi li´.
Se si vuole preservare napoli non bisogna parlare con quel fantoccio degli interessi antipopolari, qualunque dialogo sarebbe un cavallo di troia per cementificare napoli, una cittä che di speculazioni edilizie ne ha avute gia troppe. Dati i rapporti di forza poi, governo nazionale contro una singola cittä, a maggior ragione il dialogo puo essere solo a perdere.
Quando lúomo di paglia renzi perderä la sua presa, un de magistris che abbia parlato a fondo e per tempo, potrebbe ricavarne un grosso capitale politico.
Ovviamente, esaurito il proprio ruolo di fantoccio disco-bambino renzi, e non prima di aver realizzato i suoi affondi antipopolari, ci ritroveremo il prossimo burattino costruito a tavolino dal capitale in crisi e portato al potere grazie ai media di regime
La vittoria del no al referendum proposto da renzi usa e getta, potrebbe darci un po di respiro anche rispetto al prossimo pupazzo gonfiabile che sicuramente il capitale in crisi gia sta cercando di fabbricare, allo scopo sempiterno di peggiorare la vita delle masse.
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