Dopo Milano e il Palazzo di Giustizia assalito con furia giacobina come fosse la Bastiglia, anche Roma è caduta. Il Parlamento è in mano a una destra autentica e alla sua dozzinale imitazione di sinistra. Qualcuno domani titolerà che l’Italia ha un nuovo governo e molti, ingenui, speranzosi o compromessi col potere, andranno a cercare nel nome dei ministri la dignità delle Istituzioni violate. Si può esserne certi purtroppo: chi ama la scuola troverà nei molti e prestigiosi titoli della ministra dell’Istruzione, professoressa Maria Chiara Carrozza, ragioni di speranza che Profumo, Rossi Doria e Ugolini non potevano offrire e per un po’ molti lavoratori traditi sogneranno di certo impossibili miglioramenti, solo perché tra i ministri non troveranno più la tragica figura della Fornero. La verità però è diversa e veramente amara: nonostante l’aperto rifiuto manifestato dagli elettori, oggi un Parlamento commissariato ha votato la fiducia a un nuovo governo Monti. Identica maggioranza, coincidenti priorità – anzitutto i mercati, poi l’umanità dolente in lotta con la disperazione – e una legittimità democratica ancora più impalpabile.
Dovendo spiegare agli elettori increduli il voto di fiducia del PD che tradiva l’esplicito mandato elettorale, l’on. Roberto Speranza non ha saputo trovar di meglio che un distorto pensiero di Don Milani. “A che serve avere le mani pulite se le teniamo in tasca?“, ha chiesto infatti, con incredibile faccia tosta ai deputati del Movimento 5 Stelle; poi, senza alcuna vergogna, paragonando Aldo Moro ed Enrico Berlinguer a Berlusconi e Letta, ha sostenuto senza esitare che il “nuovo” governo è ciò che serve e che chiede il Paese. Un assioma, una sorta di verità di fede che non ha bisogno di dimostrazione. Avesse potuto rispondergli, Don Milani, improvvidamente chiamato in causa, gli avrebbe di sicuro opposto con la sua proverbiale franchezza una scomoda verità: coloro che troppo spesso appello alla fede, la ricordano a se stessi prima che agli altri e la “reggono con le unghie e coi denti […] sono interiormente rosi dal timore che non sia proprio vero ciò che dicono“. In quanto a un governo nato come nasce quello votato dell’on. Speranza, da buon maestro, Don Milani avrebbe ricordato al neoministro Carrozza che gente che ama la scuola in quel governo che difende i privilegi di classe non doveva entrarci, perché “il mondo dei ricchi non si deve amare” e “sono trecent’anni precisi che la famiglia secolarmente analfabeta […] mantiene agli studi la famiglia secolarmente universitaria del signorino“.
C’è poco da cavillare in politichese. I filosofi del “momento eccezionale“, i sacerdoti dell’eterna “emergenza“, gli utopisti della “svolta“, che promettono la rivoluzione però tengono d’occhio i “mercati“, non convincono più nemmeno se stessi. E’ inutile perciò che l’on. Speranza si attacchi a Don Milani: Berlusconi non è Aldo Moro e questo è l’ennesimo governo del signorino.
Uscito su “Fuoriregistro” il 29 aprile 2013
Concordo pienamente con l’articolo del professore Giuseppe Aragno. Che tradimento. Se fosse stato vivo Don Lorenzo Milani, lui un non violento, li avrebbe presi a calci nel sedere. Che vigliacchi. Tradire il pensiero di uno dei nostri più grandi pedagogisti italiani ed ancor di più vero cattolico e perciò partigiano dei più poveri ed indifesi è un atto ignobile. Don Milani che veniva da una famiglia nobile e ricca rifiutò le ricchezze e patì ingenti sofferenze, perchè si schierò e lottò contro i paladini dei padroni del tempo fra cui anche le gerarchie della chiesa cattolica. L’onorevole Speranza da buon paladino delle lobbies massoniche ed affaristiche internazionali con la cultura misera di chi i libri forse non li legge, non li vuole o non li sa leggere cita frasi scopiazzate probabilmente dal web e così fa la sua “cultura” misera e falsa. Personalmente ho conosciuto ed amato don Milani poichè sulla sua persona e sulla sua opera, da giovane, ho ricercato, letto e studiato molto, sostenuto in modo brillante un esame all’università di Salerno il 15 settembre del 1972. Da allora in poi l’ho avuto sempre come compagno e guida nei miei 40 anni d’insegnamento durante i quali da buon suo seguace sono stato sempre maggiormente al fianco degli alunni più bisognosi d’aiuto perchè come diceva lui “non c’è cosa peggiore che far parti uguali fra disuguali”.
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Capisco e condivido la delusione per il governo. Ma la citazione sulle mani pulite in tasca rivolta ai 5 stelle mi sembra calzante.
Avrebbero potuto tenere per le ……..Bersani, invece hanno preferito, per calcolo elettorale, spingere il pd all’abbraccio con Berlusconi.
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La delusione non c’entra. Si tratta di nausea e Don Milani sulle labbra di un traditore è una bestemmia. In quanto ai 5 Stelle, senza contare l’offerta che lei finge d’ignorare – voto a Rodotà e governo – non servono sofismi. L’abbraccio del PD con Berlusconi è cominciato quando Grillo era solo un comico e il movimento non esisteva. Invece di gingillarsi con Don Milani, l’on Speranza farebbe bene a studiare le tragiche figure di Bruto e Cassio. Scoprirebbe così che, per colpe molto meno gravi delle sue, Cesare pagò con la vita.
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