–Siamo milioni.
E’ un chiodo fisso, un’ossessione che pare pazzia, e ci sarebbe davvero da ridere se l’ossessionato non ricoprisse ruoli istituzionali delicati nella vita politica d’un Paese che pare affondare.
–Milioni e milioni, ed è bene si sappia, pronti a battersi fino alla fine.
Così, con insistenza sospetta, si esprime Bossi, ministro della repubblica che minaccia la… repubblica. E, poiché non smentisce, occorrerà credergli. Fosse vero, come vero onestamente appare, Maroni, ministro della repubblica per gli affari interni – uno che, a sentirlo, ha il pallino della sicurezza – dovrebbe essere ossessionato dall’ossessione del collega di governo, capo indiscusso del suo partito. Invece tace. Il dominatore delle rotte mediterranee, lo stratega vittorioso della guerra agli immigrati, se ne sta zitto. Così stando le cose, la domanda è a dir poco lecita: quali indagini ha svolto sinora il signor ministro dell’Interno, per verificare le reali intenzioni del signor ministro delle riforme al fine di garantire la sicurezza della repubblica minacciata dal capo del suo partito?
A meno che le Loro Eccellenze non forniscano una spiegazione chiara, credibile e accettabile, le risposte possibili sembrano due. La prima – e più probabile – è che Maroni tace perché sa che il collega di governo, capo indiscusso del suo partito, minaccia a vanvera. Potrebbe esser vero ma, a questo punto, vero sarebbe anche, senza ombra di dubbio, che Bossi, se non è un pazzo pericoloso, è un pietoso buffone che guida una buffonata che si chiama Lega in un governo profondamente screditato. La seconda è che, al contrario, da bravo ministro, Maroni ha accertato che il pericolo c’è, è reale, non si tratta di un buffone e non sono buffonate. Potrebbe esser vero anche questo, ma lecita sarebbe, a questo punto, una domanda: perché il ministro, non ha allertato il Paese, non ha agito, non ha preso le distanze dal collega di governo, capo di un partito eversivo – il suo partito – dal peraltro quale non s’è n’è andato e non ha nemmeno minacciato che lo farà?
Sia come sia, è difficle negarlo: la faccenda è losca. Se sono fanfaronate e chiacchiere da bar, Bossi è solo un buffone inadatto persino a quella patetica buffonata che risponde al nome di parlamento di Pontida; se tutto, invece, è vero e le minacce sono concrete, non c’è da stare allegri: mentre il Paese è allo stremo e i lavoratori pagano prezzi altissimi alla crisi del capitalismo, abbiamo due ministri inqualificabili: Bossi, che, invece di occuparsi delle riforme, minaccia di scatenare i suoi fascio-leghisti contro il governo di cui fa parte, e Maroni, ministro dell’Interno che, quando si tratta di immigrati, alza il vessillo della sicurezza ma, se si tratta di difendere la sicurezza del Paese dai suoi compagni di partito, è complice, sta zitto e lascia fare, consentendo che si minacci impunemente la repubblica. Nell’uno come nell’altro caso, traditori o buffoni, questa è gente che non vale un centesimo bucato.
Tace per suo conto, ed è un silenzio che angoscia, la sedicente opposizione. Se ancora c’è, di grazia, batta un colpo. Uno, uno solo ne occorre, perché il carroccio scarrocci e i fanfulla di Pontida se la diano a gambe.
Rispondi